Migliorare e adeguare l’approvvigionamento idrico a livello regionale, a partire dalla realizzazione di invasi in Val d’Enza e ad Armorano.
A chiederlo sono Matteo Daffadà, Pasquale Gerace e Luca Sabattini del Partito democratico, con un’interrogazione discussa in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro.
È importante, ha rimarcato Daffadà in commissione (spiegando che per finanziare il piano idrico regionale si prevede uno stanziamento da 400 milioni di euro), “far fronte ai problemi causati dal surriscaldamento globale e ai sempre maggiori periodi di siccità che anche l’Emilia-Romagna si trova a fronteggiare”. Con questa crisi idrica, ha aggiunto, “occorre rivalutare la proposta di realizzare una diga in Val Baganza all’altezza di Armorano, un progetto che risale agli anni ’40 (opera che potrebbe portare importanti benefici ai territori di Calestano, Felino, Sala Baganza e Parma, anche rispetto all’ambito delle fonti rinnovabili)”. Serve poi proseguire, ha concluso il consigliere, “con il progetto dell’invaso in Val d’Enza”.
La risposta è arrivata in commissione dall’assessora Irene Priolo, che ha ribadito l’intenzione “di procedere con scelte che sostengano le esigenze dei territori”. Ha quindi riferito, sull’invaso nell’Enza, che “i costi sono importanti (quasi 300 milioni di euro), così come i tempi di realizzazione dell’invaso (oltre 10 anni), ci sono già stati -ha poi sottolineato- tre incontri con il Ministero per ottenere le risorse collegate alla progettazione dell’infrastruttura”. Sul bacino ad Armorano ha spiegato che “riguarda solo la provincia di Parma, a differenza di quello sull’Enza che, invece, interessa anche la provincia di Reggio”. L’assessora ha poi comunicato che “in questi giorni è stato deciso, per contrastare la carenza idrica e per non trovarci in difficoltà nel periodo estivo, lo stoccaggio delle acque già nel mese di aprile”.
(Cristian Casali)