Infrastrutture e trasporti

Sì bipartisan a risoluzione Pd-ER Coraggiosa-lista Bonaccini per via Emilia bis tra Parma e Reggio

In commissione Territorio votato l’atto che impegna la Giunta a far inserire nel 2022 la strada alternativa nel programma triennale dell’accordo con Anas

La via Emilia bis approda in commissione Territorio, ambiente e mobilità all’interno due risoluzioni presentate da consiglieri di maggioranza e da quelli della Lega. Entrambi gli atti di indirizzo chiedono alla Giunta di realizzare tratti alternativi alla via Emilia per sgravare alcuni territori dall’ingente mole di traffico che li attraversa ogni giorno. Voto positivo per la risoluzione della maggioranza (i due atti sono stati abbinati per l’esame) mentre è stata respinta quella della Lega. Dei sei emendamenti presentati, tutti hanno avuto il via libera bipartisan tranne uno di Forza Italia che chiedeva la quarta corsia da Modena a Piacenza.

In commissione, presieduta da Stefano Caliandro, per la maggioranza a chiedere l’impegno della Regione sono stati i consiglieri Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) in una risoluzione firmata anche dal consigliere Matteo Daffadà (Partito democratico) e da Federico Amico (ER Coraggiosa). La richiesta è quella di inserire la realizzazione della via Emilia bis, tra Parma e Reggio Emilia, nel contratto di programma triennale di intervento sulla rete stradale regionale da stipulare con Anas nel 2022.

Per la minoranza, invece, la risoluzione presentata da Gabriele Delmonte e Maura Catellani (Lega) chiede alla Giunta di valutare “la possibilità di velocizzare la risoluzione del problema realizzando il tratto alternativo alla SS9 che insiste sul tragitto Villa Cella-Calerno (attraversando Cadè) tramite una classificazione di strada provinciale, avviando a tal fine un confronto con la Provincia di Reggio Emilia e le amministrazioni comunali interessate”.

Daffadà ha ricordato che sono state raccolte 7mila firme di cittadini. “Il nuovo asse- ha sottolineato- garantirebbe un traffico scorrevole, libererebbe dalla mole asfissiante di veicoli molti paesi, svilupperebbe il trasporto pubblico e migliorerebbe l’ambiente, rendendo anche l’aria più pulita. Sono stati stanziati dal ministero per le Infrastrutture 800mila al Comune di Reggio Emilia per il progetto di fattibilità, ma non basta. Sulla A1, nel tratto interessato, circolano 240mila mezzi al giorno e, se si verifica un incidente, il traffico, fra cui tanti mezzi pesanti, si riversa sulla Statale 9, intasandola. Inoltre, in occasione delle Fiere, la circolazione si blocca. fra l’altro, la strada alternativa, non confligge con altre opere – tra cui la quarta corsia tra Modena e Piacenza”.

Delmonte, illustrando il proprio atto, ha sollevato “il problema del tratto tra Cella (Reggio Emilia) e Calerno (Sant’Ilario) una strada trafficata di 6 km, con incidenti e senza alternative. Se l’autostrada chiude, chi esce si trova sulla Ss9 a due corsie, congestionata quasi 24 ore al giorno”. Sono già stati realizzati alcuni stralci come la tangenziale nord di Sant’Ilario, “che è un pezzo di via Emilia nord. E nei prossimi due anni si avrà la tangenziale nord di Reggio Emilia. Si tratta di unire i due tratti”. C’è, però, secondo Delmonte, un problema politico. A Calerno, nonostante sia citata e in parte finanziata, la rotonda non c’è e Anas dice non sentirne più parlare da 20 anni. “Mi chiedo- ha scandito il consigliere del Carroccio- perché interpellare Anas su un’opera che ha una valenza provinciale, e urgente, quando altri stralci sono stati fatti dalla Provincia”. Sui costi, molti i dubbi di Delmonte: “La Giunta ha detto che i 6 km costerebbero 100 milioni e non si poteva inserire nel piano triennale delle opere di Anas. Un costo così alto per 6 km? È d’oro? I costi delle tangenziali in alcuni comuni sono stati di 3 milioni per 4 km e di 3,5 per 5 km. L’assessore disse che i 100 milioni derivavano da parametri. Ma qui c’è solo il parametro politico di non voler realizzare l’opera”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha ricordato che “la proposta della via Emilia bis è una vecchia idea di Fi, del ministro Lunardi. Gli spostamenti in auto rendono evidente la necessità di una strada alternativa. Ritengo, poi, necessaria la quarta corsia sulla A1, tra Modena e Piacenza. La proposta di maggioranza è un ottimo punto di partenza”.

Andrea Costa (Pd) ha rilevato come “il lavoro della risoluzione della maggioranza sia arricchito dagli emendamenti degli stessi firmatari, ma esclude alcune criticità esposte da Delmonte. Dobbiamo far sì che per Sant’Ilario il vecchio tracciato diventi tratto urbano. La situazione sui territori è invivibile, per i paesi e per chi utilizza quella strada. Personalmente, sono a favore della quarta corsia in A1, ma penso sia meglio non porre troppi obiettivi nella risoluzione”.

Fabio Rainieri (Lega) ha riconosciuto l’importanza di un nuovo tratto tra Parma e Reggio Emilia e ha affermato che “nel mio emendamento e del consigliere Occhi ci riferiamo al 2006, con l’asse viario di Fidenza fino al confine di Reggio Emilia, che andrebbe esteso fino a Piacenza. C’è carenza di opere tra le due province e questo crea problemi alla circolazione e alla sicurezza”.

Emiliano Occhi (Lega) ha sostenuto che la via Emilia bis è importante “anche per il trasporto merci e per la logistica. Ho chiesto di usare vecchi progetti esistenti di studi preliminari. Purtroppo dal 2008 abbiamo vissuto un periodo di austerity”.

Infine, Federico Amico (ER Coraggiosa) ha sottolineato “il riflesso anche sociale del tratto Cella-Cadè-Gaida, tre frazioni che hanno sofferto la crisi negli anni scorsi. Da tempo si propongono varianti anche per le frazioni e non solo per l’intera tratta Parma-Reggio Emilia. L’intervento, comunque, deve essere a carico di Anas”.

(Gianfranco Salvatori)

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