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Intelligenza artificiale: “Un’opportunità per i media, ma servono regole”

Si è tenuto a Bologna il seminario organizzato dal Corecom dell’Emilia-Romagna che ha messo al centro una riflessione sull’impatto di questa tecnologia per il settore dell’informazione e della comunicazione

L’intelligenza artificiale è una tecnologia che sta già influenzando anche il sistema dei mezzi di informazione e comunicazione. Il tutto all’interno di un processo che non si può fermare ma che va governato. L’intelligenza artificiale, dunque, è un’opportunità ma richiede regole chiare. Perché la comunicazione è un istinto antropologico delle persone e una tecnologia in grado di rompere il rapporto tra fatti e fonti reclama soprattutto da parte dei media conoscenze per contrastare la disinformazione.

La riflessione sulle opportunità e sui rischi dell’intelligenza artificiale è stata al centro del seminario “Algoritmi, intelligenza artificiale generativa e futuro dei media” organizzato dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) dell’Emilia-Romagna, tenutosi nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna a Bologna.

“Dobbiamo esaminare attentamente le implicazioni etiche, giuridiche e sociali di queste tecnologie, garantendo che siano utilizzate in modo responsabile e in linea con i nostri valori fondamentali” ha sottolineato la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti aprendo i lavori. “Come Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna siamo molto attenti a questi temi e ne comprendiamo l’importanza e le opportunità che ne possono derivare. La diffusione della cultura delle tecnologie dell’informazione e dell’etica nell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale è proprio l’asse portante dell’accordo che abbiamo recentemente firmato con il consorzio Cineca. Con l’obiettivo primario di diffondere, a partire dai più giovani, l’etica nell’utilizzo dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale”. “Ci tengo a ricordare – ha concluso la presidente – che l’accordo tra Assemblea e Cineca prevede attività e progetti per la valutazione della qualità delle leggi, con analisi di come vengono applicate e di quali effetti producono”.

Francesco Ricci, docente alla Libera Università di Bolzano, ha tenuto la relazione su “Sistemi di raccomandazione e intelligenza artificiale generativa”, parlando dei vantaggi e dei rischi di queste tecnologie. L’intelligenza artificiale generativa – ha spiegato il docente – è un metodo che si basa su un meccanismo di apprendimento automatico. Non si può parlare di conoscenza e di intelligenza, ma semplicemente di un’analisi statistica di dati capace di adattarsi e di correggere errori e risolvere problemi. Ha affrontato poi il tema dei sistemi di raccomandazione: “Queste tecnologie sono ormai pervasive, monitorano i comportamenti, fanno delle previsioni attraverso algoritmi, con strumenti di adattamento, vincolati all’interesse degli stakeholder: serve quindi una regolamentazione”.

Erik Lambert, titolare dell’azienda The Silver Lining Project, è intervenuto sul tema “Deep fake e intelligenza artificiale generativa”. “Deep fake – ha spiegato – è una tecnica per la sintesi dell’immagine basata sull’intelligenza artificiale che viene utilizzata per modificare foto e video tramite una tecnica di apprendimento automatico, conosciuta come rete generativa. Il problema dei falsi è particolarmente attuale data la quantità di informazioni diffuse e produce ricadute importanti, anche in ambito politico”.

Michele Mazza, docente all’Università Federico II di Napoli, ha tenuto la relaziona dal titolo “Il giornalista artigiano nell’epoca della riproducibilità tecnica dei fatti e delle fonti”. “Non c’è scontro tra uomo e macchina -ha evidenziato – ma tra uomini che sono calcolati e uomini che sono calcolanti. L’informazione diventa la fabbrica di valore della società a tutte le latitudini, un aspetto che non è necessariamente negativo: il processo non è frenabile ma va governato. Gli utenti hanno competenze tecnologiche, diventa uno scambio alla pari, le fisionomie si spostano. C’è da parte delle persone un istinto antropologico a comunicare e si rompe il rapporto tra fatti e fonti”.

Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Silvestro Ramunno, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, intervenuto sul tema “Deontologia professionale e intelligenza artificiale”. “È diritto dei cittadini non essere disinformati – ha sottolineato – e informare vuole dire anche dare forma. L’intelligenza artificiale può contribuire a dare questa nuova forma. La situazione nel sistema dei media sta però peggiorando, perché non sempre c’è verità sostanziale dei fatti. L’utente, e quindi i suoi interessi, assumono un peso sempre maggiore e l’aspetto della deontologia del giornalista diventa quindi centrale”.

Il presidente del Corecom, Stefano Cuppi, ha moderato il dibattito. L’introduzione al seminario è stata affidata al direttore del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa, Mauro Sarti.

(Cristian Casali)

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Libro sull’argomento, consigliato al seminario: “Algoritmi di servizio pubblico. Sistemi di raccomandazione ed engagement per le nuove piattaforme multimediali pubbliche”.

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