Tra il 6 giugno e il 5 luglio scorsi, nella zona industriale di Montecchio, nel reggiano, un consistente gruppo di persone di religione islamica avrebbe celebrato il ramadan, riunendosi quotidianamente, nelle ore serali, all’interno di un capannone che, abbandonata la vocazione produttiva, si sarebbe trasformato in un luogo di culto.
A segnalarlo è Gabriele Delmonte (Ln) in un’interrogazione, dove riferisce che i residenti della zona avrebbero denunciato di essere stati disturbati fino a tarda notte non solo dagli schiamazzi di bambini all’esterno della struttura, ma anche dalle preghiere cantate e recitate a voce alta e mediante l’utilizzo di sistemi di amplificazione.
Delmonte ricorda che il capannone risulta “identificato come ambito specializzato in attività artigianali e produttive e non come luogo di culto”, su cui insiste una “precisa normativa”.
Il 16 giugno- spiega l’esponente leghista- ho segnalato agli enti competenti il problema che riguarda tutta la zona del paese. Il giorno successivo- aggiunge- il sindaco di Montecchio ha dichiarato che effettivamente l’irregolarità c’era, aggiungendo che, tuttavia, “per un mese all’anno si può chiudere un occhio” e sostenendo che “sono stati eseguiti tutti i controlli di sicurezza e sui servizi” e che queste persone farebbero parte di “un’associazione di promozione sociale nota all’amministrazione per contratti in essere tra le parti”.
Dichiarazione criticata da Delmonte che ribadisce come “la legge sull’associazionismo non preveda attività di culto per le associazioni di promozione sociale, se non marginalmente” e come “la giustizia amministrativa in materia sia univoca nel considerare come incompatibile con l’attività di promozione sociale ogni attività di culto, anche se congiunta con altre attività”.
Delmonte, infine, citando i contenuti della risposta che gli è pervenuta dal comando provinciale dei Vigili del Fuoco, riferisce che “… i luoghi di culto sono esclusi dal campo di assoggettamento alle procedure ed ai controlli di prevenzione incendi” e che “in ordine poi alla rilevata variazione, probabilmente abusiva, della destinazione d’uso del fabbricato industriale si rimanda alla valutazione di merito del Sindaco del comune competente del territorio”: dal che emergerebbe- conclude- la responsabilità del sindaco di Montecchio sulla mancanza di controlli.
Il consigliere chiede quindi alla Giunta di esprimere un’opinione su questa vicenda e vuole sapere se sia a conoscenza dell’ispezione eseguita dall’Asl locale e degli esiti che ne sono seguiti.
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