“Essere maestro significa saper insegnare a chi non sa. Il vero maestro è colui che riesce ad allargare la base della piramide sociale, facendo in modo che sempre più persone, specie provenienti dalle classi sociali più disagiate e quindi con meno strumenti di accesso al sapere, riescano ad emanciparsi e accedere alla forza della conoscenza. Un mestiere nobile quanto difficile, di cui Alberto Manzi fu un esempio”. Ed è dedicata al maestro Manzi – alla sua vita, alle sue opere e al suo impegno per una scuola di massa in Italia – la mostra inaugurata oggi dalla presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, in occasione della riapertura dell’anno scolastico e di quello accademico (allestita negli spazi all’ingresso dell’Assemblea legislativa, in viale Aldo Moro 50, a Bologna, la rassegna rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 8 ottobre).
Nei 20 pannelli della mostra (“Alberto Manzi, un maestro nell’Italia che voleva crescere”, il titolo), oltre a documenti originali, quaderni e volumi, viene ripercorsa la vita di Manzi, che nel 1946 iniziò a lavorare nella scuola del carcere ‘A. Gabelli’ di Roma, che ogni estate dal ’54 al ’77 si recava in Sud America per tenere corsi di scolarizzazione agli indigeni e che dagli anni Cinquanta, con la trasmissione della Rai “Non è mai troppo tardi”, insegnò a leggere e scrivere a un’intera generazione di italiani, con le sue lezioni dagli schermi in bianco e nero della tv di Stato. A lui si deve poi ‘Orzowei’, uno dei libri di letteratura italiani più tradotti nel mondo, oltre a 30 titoli tra racconti, romanzi, fiabe, traduzioni e testi di divulgazione scientifica. E Manzi fu anche amministratore: nel 1994 fu infatti eletto sindaco di Pitigliano (Grosseto).
“Ci siamo posti, e continueremo a farlo, come l’Assemblea dei diritti– afferma Saliera al taglio del nastro della mostra, con accanto i vicepresidenti dell’Assemblea legislativa, Ottavia Soncini e Fabio Rainieri, presenti anche numerosi consiglieri regionali- ma lo stesso Manzi ci domanderebbe come intendiamo rendere concreto questo obiettivo. Ebbene, vogliamo saper cogliere le attese che vengono dal mondo della scuola e iniettare in essa opportunità, per stimolare in particolare la curiosità dei ragazzi, con incontri, attività laboratoriali, progetti. E con le scuole lavoriamo moltissimo sulla memoria, la legalità e i diritti; sulle grandi tragedie del Novecento, per farle conoscere affinché non si ripetano mai più, e lo facciamo sugli anni ’70 e ’80, fatti di grandi riforme sociali ma anche di stragi terribili. Il tutto, ripeto, per far capire ai ragazzi come i fatti della storia si possano ripresentare sotto forme diverse”.
In Assemblea legislativa si trova il Centro Alberto Manzi, che cura l’importante documentazione che i familiari del maestro hanno lasciato all’Università di Bologna e affidata all’Assemblea legislativa in seguito a una convenzione con l’Alma Mater. “Abbiamo la responsabilità e l’onore di far conoscere il Centro Manzi- chiude Saliera- un archivio vastissimo, come dimostra anche la mostra su Manzi e la fame nel mondo che attenzione ha suscitato a Expo a fine luglio e che ora mettiamo a disposizione delle scuole”.
(In allegato, il catalogo della mostra e alcune foto dell’inaugurazione. In una, da sinistra, il vicepresidente Rainieri, la presidente Saliera e la vicepresidente Soncini)