L’Emilia-Romagna sostiene la birra “a Km zero”. E lo fa valorizzando e sostenendo i birrifici artigianali attraverso l’istituzione di un registro regionale dei microbirrifici, la realizzazione di un “brand”, una “marca unica” delle birre artigianali emiliano-romagnole. Lo prevede una proposta di legge a prima firma di Matteo Rancan (Lega) e sottoscritta anche da rappresentanti del Pd, di ER Coraggiosa, Italia-Viva, Fdi, Rete Civica, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Europa Verde e Lista Bonaccini, illustrata nel corso della commissione Politiche economiche.
Lungo la via Emilia-Romagna quello delle birre artigianali è un settore vivo: si contano, infatti, 96 birrifici (22 nel bolognese, 7 nel ferrarese, 12 nel forlivese, 5 nel modenese, 16 nel parmense, 8 nel piacentino, 6 nel ravennate, 6 nel reggiano ed infine 14 nel riminese). La nuova legge punta a valorizzare tutta la filiera di produzione della birra a Km 0, dalla parte agricola fino al consumatore.
“L’Italia è il quarto produttore mondiale di birra artigianale, con l’Emilia Romagna regione leader del settore insieme a Lombardia e Piemonte. Vogliamo sostenere l’intera filiera, dalla produzione agricola al consumatore, mettendo regole chiare a tutela della qualità del prodotto e della sua realizzazione”, spiega la relatrice del provvedimento Francesca Marchetti (Pd) che ricorda come “questa proposta di legge è frutto del lavoro di un intergruppo in cui erano presenti rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Assemblea legislativa: vogliamo sostenere lo sviluppo della coltivazione e della lavorazione delle materie prime per la produzione della birra, con riferimento in particolare alla filiera dell’orzo e del luppolo e alla qualità delle acque utilizzate. Vogliamo poi anche valorizzare le birre artigianali nelle fiere e negli eventi pubblici, così come puntiamo su qualità del prodotto e qualificazione professionale del personale”.
(Luca Molinari)