Non si limita alla lotta alle contraffazioni alimentari, come i falsi marchi Dop, e alla concorrenza sleale, l’impegno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna per proteggere i produttori e i consumatori di cibi e bevande locali.
Nel corso della seduta di Aula di ieri, dove è stata approvata senza voti contrari una risoluzione trasversale che chiede di aggiornare tutta la legislazione in materia per renderla “più certa ed efficace”, i consiglieri hanno infatti approvato anche un emendamento a firma Fabio Rainieri (Lega Nord), poi sottoscritto anche da Gianni Bessi (Pd) e Tommaso Foti (Fdi-An), che punta il dito contro “i messaggi diffusi al grande pubblico da parte di alcuni media, che generalizzano la problematica delle pratiche illegali come se fossero abituali per la gran parte dei produttori di importanti settori della filiera agro-alimentare”. Succede spesso addirittura, attaccano i tre, che vengano proposte ai telespettatori “teorie non riconosciute o riconosciute solo in parte dalla scienza sulla non salubrità di alcuni alimenti, da sempre invece riconosciuti come importanti per la dieta umana e la cui produzione è pertanto fondamentale per l’economia di tutta la filiera”.
Secondo Rainieri, Bessi e Foti, “questa informazione non equilibrata può creare un grande disincentivo al consumo di alimenti comunque prodotti nel rispetto delle normative vigenti con gravi conseguenze per tutta la filiera agroalimentare e l’intera economia nazionale”, e un esempio di questo genere di comunicazione “è quello andato in onda lunedì 10 ottobre 2016 nella trasmissione ‘Indovina chi viene a cena’ trasmessa da Rai 3”.
Per questo motivo questo fronte trasversale chiede alla Giunta regionale non solo di “attuare un’attenta verifica sui messaggi comunicati al grande pubblico da alcuni media che generalizzano sulla diffusione di pratiche illegali come se fossero abituali per la gran parte dei produttori di determinati alimenti o che propongono teorie sulla non salubrità di determinati alimenti”, ma anche e soprattutto di “agire in tutte le sedi più opportune perché l’informazione dei media sulle produzioni agroalimentari sia costantemente equilibrata, quindi non esasperata dalla ricerca dello scandalo a tutti i costi e sempre supportata da fatti comprovanti e attestazioni scientifiche”.
(Jacopo Frenquellucci)