Imprese lavoro e turismo

Lavoro. Al via in commissione proposta Si-Misto-AltraER per tutelare i riders

Relatore Si: “Riconoscere diritti e tutele oggi negati ai lavoratori della cosiddetta ‘gig economy’”. D’accordo, con taluni rilievi, M5s, Ln e Pd

La commissione Politiche economiche inizia l’esame della proposta di legge alle Camere finalizzata a tutelare la platea dei riders, cioè i fattorini che fanno le consegne a domicilio viaggiando in bici o motocicli, presentata da Sinistra italiana, gruppo Misto e L’Altra Emilia-Romagna.

Sono tra i 700 mila e un milione – spiega il relatore di Si – i lavoratori occupati nella “gig economy” (economia delle prestazioni temporanee) e il rischio d’impresa è tutto sulle loro spalle, in quanto devono investire nel proprio mezzo di trasporto, nel proprio smartphone e nel proprio tempo, pagando di tasca propria le riparazioni dei mezzi di trasporto e della telefonia nonché facendo i conti con eventuali infortuni, malattie e guasti.

La nostra proposta di legge – sottolinea l’esponente di Si – mira a favorire un inquadramento trasparente dei lavoratori della gig economy, riconoscendo loro diritti e tutele oggi negati, e di impedire che siano aggirate le clausole previste dai contratti collettivi, come le tutele in caso di malattia, al fine di contrastare l’elevata precarietà di questa forma di lavoro. L’Assemblea legislativa – ricorda il relatore – ha già approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal gruppo Si per invocare tutele e riconoscimento per i riders e anche altre Regioni stanno approvando leggi come quella in esame. Dunque, ha concluso il relatore preannunciando alcune modifiche di natura tecnica al progetto di legge, è opportuno procedere in modo spedito e condiviso, in quanto “l’unione fa la forza”.

Il Movimento 5 stelle, ricordando come il governo si sia da subito impegnato per dare tutele ai lavoratori della gig economy e come al Senato sia in discussione il disegno di legge dei 5 stelle sul salario minimo, preannuncia sostegno alla proposta di legge e disponibilità a collaborare per una messa a punto ottimale del testo.

La Lega nord, nel riconoscere come la rapida evoluzione della gig economy stia evidenziando vuoti normativi e tutele carenti sia a livello nazionale che europeo e mondiale, plaude alla proposta, ma non manca di sottolineare l’esigenza di norme che non ingessino lo sviluppo di questo settore dell’economia e che non penalizzino le sedi italiane delle piattaforme che operano sul web.

Il Partito democratico si dice d’accordo con il contenuto e la finalità del progetto di legge, ricordando come con la Carta di Bologna si sia fatto un primo passo importante nella direzione di rafforzare le tutele dei lavoratori della gig economy. Per dare diritti a chi oggi non ne ha – evidenziano i dem – e per contenere lo strapotere degli algoritmi è necessario e urgente approvare una legge nazionale. L’auspicio è che la proposta legislativa in esame possa fungere da stimolo. Il problema – concludono gli esponenti del Pd – sarà trovare una regolamentazione in grado di armonizzare aspetti normativi e contrattuali che, per la peculiarità del web, hanno dimensione extra nazionale. Per questo motivo, sarebbe quanto mai opportuno censire il fenomeno della gig economy (addetti, fruitori, datori, etc) in Emilia-Romagna.

(Luca Govoni)

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