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Amico (ER Coraggiosa): salari adeguati in istituti di vigilanza e servizi fiduciari

Il consigliere sollecita il rispetto dell’articolo 36 della Carta costituzionale (sul diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto)

“Quali le azioni che la Regione Emilia-Romagna intende mettere in campo affinché le retribuzioni di chi lavora attraverso appalti rispondano ai principi dell’articolo 36 della carta costituzionale (sul diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto)?”.

La richiesta, con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale, arriva da Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa), che, in particolare, menziona i dipendenti di istituti e imprese di vigilanza privata e servizi fiduciari.

Il consigliere, nel sottolineare che il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore era stato firmato da associazioni datoriali e sigle sindacali già nel 2013, spiega, però, che “questo impegno (rivolto a migliorare le condizioni salariali degli ultimi livelli del personale) è stato disatteso dalle stesse associazioni datoriali provocando un peggioramento delle condizioni negli appalti che ha compresso e penalizzato le retribuzioni dei lavoratori”. Nell’atto, sullo stesso tema, si legge anche che “a oltre sette anni dalla scadenza, in data 31 dicembre 2015, del ccnl vigilanza privata e servizi fiduciari, tra le tante iniziative messe in atto dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali Filcams e Fisascat hanno depositato con i rispettivi uffici legali una class action contro una delle maggiori aziende del settore che occupa un gran numero di operatori nel comparto allo scopo di disapplicare le tabelle retributive del contratto sezione servizi fiduciari”.

Amico, nel rilevare che i sindacati del settore hanno cercato a più riprese di mettere in pratica l’accordo, spiega, però, che “chi doveva controllare non lo ha fatto”. “È evidente – sottolinea – che le retribuzioni dei livelli più bassi del settore non rispettano il principio di proporzionalità”. L’introduzione di un salario minimo legale, aggiunge, “sarebbe utile per contrastare la precarietà e il lavoro povero”.

Amico vuole anche sapere dall’esecutivo regionale, sull’argomento, “quanti siano attualmente i lavoratori del settore vigilanza privata e servizi fiduciari che lavorano nelle sedi della Regione Emilia-Romagna e con quali livelli retributivi”.

(Cristian Casali)

 

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