Le misure per l’applicazione dei contratti nazionali – in base all’accordo dello scorso dicembre tra Regione e sindacati relative a qualità del lavoro, prevenzione e lotta alla criminalità – vengono spesso rigettate dai Tar perché la discrezionalità di applicare un certo Ccnl è dell’imprenditore e non della Pubblica amministrazione.
Un vulnus che la capogruppo di Forza Italia, Valentina Castaldini, ha fatto emergere con un’interrogazione. La consigliera chiede “quali indicazioni e criteri abbia fornito (la Giunta, ndr) concretamente ai Servizi della Regione, all’Agenzia per lo sviluppo dei mercati telematici Intercent-ER e alle Ausl in merito alla scelta del CCNL per le varie tipologie di servizi messi a gara”. Inoltre, vuole conoscere “se sono stati valutati, in caso di contenziosi, gli impatti e i ritardi sulle forniture e sull’erogazione di servizi e se si ritiene opportuno modificare il protocollo di intesa con le organizzazioni sindacali del 23-12-2021”.
Il protocollo, ricorda Castaldini, prevede diverse misure, fra la quali “l’obbligatorietà di applicazione da parte di tutte le imprese coinvolte a qualsiasi titolo nell’appalto (appaltatori, affidatari, subappaltatori, subaffidatari) dei CCNL nazionali e territoriali di settore e di II livello, in base alle tipologie dei serviziattività prevalenti e settore oggetto dell’appalto”. Ma, appunto, alcuni Tribunali amministrativi regionali “hanno ribadito come sia dell’imprenditore la discrezionalità di applicare un determinato CCNL e non dell’Amministrazione Pubblica di imporre una specifica tipologia di CCNL nel bando di gara”
(Gianfranco Salvatori)