“Accompagnare, nelle sedi istituzionali competenti, il confronto in corso fra sindacati e proprietà con l’obiettivo di evitare trasferimenti corrispondenti, nei fatti, a licenziamenti” e “sottoporre ad attenta verifica il quadro delle agevolazioni concesse, con particolare riferimento al rispetto degli impegni occupazionali”: a chiederlo è una risoluzione trasversale, approvata all’unanimità nel pomeriggio dall’Assemblea legislativa regionale, che impegna la Giunta a tutelare i lavoratori della Società fondiaria industriale romagnola (Sfir) di Cesena.
Primo firmatario del documento è Andrea Bertani (M5s), insieme a Lia Montalti, Paolo Zoffoli, Paolo Calvano e Stefano Caliandro (Pd), Massimiliano Pompignoli (Ln), Tommaso Foti (Fdi-An), Galeazzo Bignami (Fi) e Yuri Torri (Sel).
Nell’atto si ricorda come “nelle scorse settimane è stato annunciata da parte della Sfir l’intenzione del trasferimento collettivo di tutto il personale in forza presso la sede di Cesena (21 lavoratori) presso lo stabilimento di Brindisi (18 lavoratori) e alla nuova sede commerciale di Milano (3 lavoratori)”: però, sottolineano i consiglieri, “l’intero settore saccarifero ha goduto negli anni di consistenti agevolazioni e finanziamenti, provenienti da fonti diverse di fonte comunitaria, connessi anche agli impegni assunti dai beneficiari rispetto alle implicazioni occupazionali sul territorio”.
Nel suo intervento in Aula, Lia Montalti (Pd) affermato che “la situazione è grave e incresciosa: dove ci sono stati investimenti pubblici dobbiamo essere ancora più attenti e responsabili nel vigilare, non possiamo dimenticare quello che è stato dato all’azienda in questione”.
Secondo Piergiovanni Alleva (AltraER) siamo davanti a un “caso esemplare delle conseguenze che novità come il Jobs act hanno portato sul mercato del lavoro. Perchè diciamolo, operazioni come questa servono solo a fare nuovi contratti di lavoro”.
Secondo Andrea Bertani (M5s), l’azienda ha mostrato una “modalità barbara di gestire i lavoratori, camuffando un licenziamento con un trasferimento inaccettabile”.
Anche a parere di Massimiliano Pompignoli (Ln) “l’azienda vuole costringere i dipendenti a licenziarsi per assumerne di nuovi approfittando dei vantaggi del Jobs act”.
Tommaso Foti (Fdi-An) ha in particolare sottolineato come “ormai le multinazionali acquistano le nostre aziende e poi fanno macelleria sociale sfruttando gli ammortizzatori sociali finché possibile”.
Igor Taruffi (Sel) ha voluto ricordare che “anche oggi un altro lavoratore e delegato Rsu è stato licenziato per aver espresso le proprie opinioni, in questo ultimo caso alla Metalcastello in provincia di Bologna, azienda di proprietà di una multinazionale spagnola: è questo il tipo di rapporto tra aziende e lavoratori che si sta creando in Emilia-Romagna”.
In chiusura del dibattito, Montalti (Pd) è intervenuta nuovamente per lamentare di come “un fatto così grave sia usato per fare polemica contro il Jobs act, quando invece lo scopo di questo atto è quello di tutelare i lavoratori della Sfir”.
(jf)