L’azienda Berco Spa, del gruppo di Thyssenkrupp, con sede a Copparo, nel ferrarese, ha annunciato, nei giorni scorsi, l’esubero di 365 lavoratori, di cui 331 nello stabilimento di Copparo e 34 in quello di Castelfranco Veneto, l’avvio della procedura di mobilità e la sospensione del contratto collettivo aziendale dal primo gennaio 2017.
La vicenda è al centro di due interrogazioni a risposta immediata in Aula, sottoscritta l’una da Piergiovanni Alleva (AltraER) e l’altra da Paolo Calvano e Marcella Zappaterra (Pd).
Alleva afferma di non credere che esista “questo esubero consistente”. “Bisogna leggere cosa nasconde questa decisione,- afferma- sotto c’è un’operazione speculativa che mira a esternalizzare alcune attività per raggiungere il massimo profitto. Non c’è infatti un esubero nei reparti produttivi, il che significa che non siamo di fronte a una crisi produttiva, ma si vogliono ‘sforbiciare’ quei reparti che conviene esternalizzare. Si lamenta una crisi di mercato- aggiunge- che tuttavia non ha riscontro nei dati: si tratta quindi di un’operazione poco trasparente”. Ma il “dato più grave e inaccettabile”, a parere di Alleva, è la disdetta della contrattazione aziendale collettiva, su cui la Regione dovrebbe assumere una posizione critica”.
Zappaterra, segnalando che la Berco di Copparo è “uno dei più importanti insediamenti industriali del ferrarese e della regione”, con l’impiego di 1651 addetti, ricorda che nel 2013 l’azienda “è stata sottoposta a un’importante azione di ristrutturazione”, che ha determinato l’uscita di 468 lavoratori”, e riferisce che la Regione, nel corso di quella crisi, “ha svolto un importante lavoro di mediazione al tavolo di crisi istituito dal ministero competente. La consigliera sottolinea la situazione di “allarme e preoccupazione” destata nel territorio dalla politica dell’azienda e considera “inaccettabile e di scarsa responsabilità la logica seguita dalla Berco di avviare la mobilità per centinaia di lavoratori”, oltre che “grave la disdetta unilaterale della contrattazione aziendale”.
Di qui la richiesta alla Giunta, che accomuna i due gruppi assembleari, di attivare azioni concrete, per quanto di competenza, per l’apertura di un tavolo istituzionale per tutelare i lavoratori dell’azienda e per mantenere la sua capacità produttiva.
Ricevuta la notizia comunicata dall’azienda ai lavoratori- risponde Palma Costi, assessore alle Attività produttive– abbiamo immediatamente rivolto la richiesta al ministero delle Attività produttive di attivarsi poiché la vertenza coinvolge i lavoratori di un’azienda che fa capo a un gruppo con stabilimenti in più regioni italiane. Già il prossimo 18 ottobre è stata calendarizzata una convocazione. L’obiettivo è salvaguardare l’occupazione e la capacità produttiva dello stabilimento: il ‘caso Berco’- spiega- solleva una “preoccupazione fortissima” dopo il “profondo processo di riorganizzazione del 2013”. “Se solo dopo 3 anni- aggiunge- la situazione si ripete, mettendo altre persone fuori dal lavoro, forse è il caso di aprire un confronto sulla volontà o la capacità di rimanere produttivi e competitivi”.
“Da parte pubblica- riferisce l’assessore- la preoccupazione non si limita solo al mantenimento dei posti di lavoro, ma al futuro stesso del lavoro”, “se si firmano accordi, si chiedono sacrifici ai lavoratori, si chiedono impegni alle istituzioni, non si può rimettere in discussione tutto dopo soli tre anni in nome di nuove esigenze di competitività”. Saremo quindi al ministero, insieme al Comune di Copparo, – conclude Costi- per scongiurare ulteriori esuberi e la fine di un’azienda fondamentale per il territorio ferrarese”.
“Sono perfettamente convinto delle buone intenzioni dell’assessore- replica Alleva– ma vorrei vedere un atteggiamento di critica più profonda nei confronti di un’azienda che decide un esubero inesistente per ridurre il costo del lavoro sulle spalle dei lavoratori e che non motiva la disdetta della contrattazione aziendale”.
“Soddisfatta della risposta” Zappaterra, che si dice “convinta che la Regione, al tavolo ministeriale, si impegnerà come nel 2013 per recuperare la situazione di crisi”. La consigliera conclude criticando la scelta dell’azienda di usare un metodo “autoreferenziale” nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni: un “elemento che dovrà essere stigmatizzato al tavolo ministeriale con il duplice obiettivo della tutela dei lavoratori e del mantenimento del sito produttivo”.
(ac)