La Regione Emilia-Romagna ha utilizzato il 100% dei fondi europei della programmazione 2007-2013. A confermare la performance della gestione delle risorse comunitarie è stata Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna e componente del Comitato delle Regioni, il massimo organo comunitario delle Regioni d’Europa. Intervenendo al workshop L’Europa sociale e le sfide della politica di coesione all’interno del convegno “Il futuro dell’Europa e il ruolo delle regioni” in corso a Bruxelles, la presidente del Parlamento di viale Aldo Moro ha ricordato come “la Regione Emilia Romagna ha utilizzato la totalità delle risorse del Programma Operativo FSE 2007-2013, per un totale di 886 milioni di euro di spese”. Saliera, che per gran parte del periodo di programmazione è stata vicepresidente della Regione con delega proprio alle Politiche europee, ha sottolineato come “le operazioni finanziate sono state complessivamente 30.818, con il coinvolgimento di 312.000 beneficiari, di cui 44% uomini e 56% donne, coinvolti in attività di formazione continua e riqualificazione degli occupati, inserimento lavorativo, formazione terziaria non universitaria e formazione superiore, interventi per la qualificazione delle risorse umane nel settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica ad integrazione degli interventi del POR FESR, misure a sostegno di persone e imprese colpite dal sisma”.
Numeri che hanno permesso a Saliera di ribadire come sia arrivato il momento per l’Unione europea di impegnarsi in una forte politica sociale che riduca le sempre maggiori diseguaglianze nate dalla crisi finanziaria del 2008. Una svolta che per l’Unione europea significa tornare ai propri valori fondamentali e che deve essere fatta valorizzando proprio le Regioni d’Europa: “È essenziale che le decisioni europee vengano prese nella maniera più ‘vicina’ possibile ai cittadini, naturalmente in conformità con il principio di sussidiarietà e i trattati. Per questo- sottolinea Saliera- le Regioni dovrebbero aumentare il proprio ruolo all’interno dei processi decisionali europei, garantendosi una maggiore partecipazione nella definizione delle priorità strategiche delle politiche, in particolar modo della Politica di Coesione”.