La Regione Emilia-Romagna dovrebbe “prendere in considerazione un intervento normativo che limiti l’utilizzo dello strumento formativo del tirocinio per i professionisti, avendone già usufruito obbligatoriamente prima dell’abilitazione professionale”.
A chiederlo è Galeazzo Bignami (Fi), in una interrogazione in cui suggerisce per le categorie come farmacisti, commercialisti o ingegneri di “valutare il percorso già svolto nel tirocinio precedente al conseguimento della abilitazione e porlo in collegamento con aziende che necessitano di una determinata e specifica figura professionale”: infatti, avverte il consigliere, permettendo alle aziende di ricorrere al tirocinio “vi sarebbe il rischio concreto per i professionisti di una manodopera costantemente utilizzata a basso costo con conseguente svalutazione del valore e delle capacità lavorative”, causata da “una congestione nell’inserimento nel mondo lavorativo”.
Bignami suggerisce anche di “limitare le assunzioni di tirocinanti per le aziende che non trasformino mai in rapporti di lavoro i tirocini” e introdurre “incentivi alle aziende che trasformano la maggior parte dei tirocini in rapporti di lavoro mediante agevolazioni fiscali”.