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Mastacchi (Rete civica): ripensare ad un nuovo modello d’inclusione lavorativa

Il consigliere rileva che “negli ultimi anni il numero degli iscritti al collocamento mirato è rimasto stabile. Nel 2015 le persone con disabilità in stato di disoccupazione erano 27.402 mentre gli avviati al lavoro erano circa 3.064 all’anno”

Ripensare a un nuovo modello di inclusione lavorativa, alla luce dei dati della Terza conferenza per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. È quanto chiede Marco Mastacchi di Rete civica con una interrogazione alla giunta.

“Per quanto riguarda gli iscritti al collocamento mirato – spiega Mastacchi – il numero negli ultimi anni è sostanzialmente rimasto stabile. Secondo i dati della Conferenza, nel 2017 erano 6.937 mentre nel 2013 6.774. Dal 2013 al 2017 gli avviamenti al lavoro tramite il collocamento mirato sono stati 15.323, pari dunque a 3.064 persone avviate annualmente, un numero inferiore rispetto ai 4.731 avviati al lavoro nel 2023, ma in ogni caso in linea con i dati degli ultimi anni. Nel 2015 le persone con disabilità in stato di disoccupazione erano 27.402 mentre gli avviati al lavoro erano circa 3.064 all’anno”.

Il consigliere, nel richiamare la normativa sulla priorità disposta a favore delle persone con maggiore anzianità di iscrizione al collocamento mirato e inserite nelle graduatorie per gli avviamenti numerici tramite le chiamate con avviso pubblico, ricorda che “tali avviamenti sono solo residuali rispetto agli avviamenti mediante richiesta di chiamata nominativa oppure attraverso l’impiego di convenzioni. Per una maggiore equità, al fine di evitare discriminazioni, sarebbe quindi utile aggiornare le linee guida adottando criteri che privilegino l’anzianità e la gravità della patologia”. Da Rete civica si auspica anche “la redazione di un documento che consenta di valutare la posizione complessiva in merito agli adempimenti sulle assunzioni obbligatorie, di ogni singola impresa del territorio regionale”.

Oltre all’aggiornamento delle linee guida, il consigliere chiede “quale sia la situazione dell’appalto dei servizi finanziato con le risorse del Fondo regionale disabili”, ma anche una valutazione sull’opportunità di lasciare ai Distretti la possibilità di poter utilizzare contemporaneamente più modelli di erogazione del contributo, al fine di garantire libertà di scelta per le persone con disabilità”, rendendo trasparente la posizione delle imprese in merito agli adempimenti sulle assunzioni obbligatorie.

(Brigida Miranda)

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