Il nuovo quadro Europass, il format per redigere i curriculum che dovrebbe garantire maggiore mobilità nel mercato del lavoro europeo, rischia di non raggiungere il suo principale obiettivo, “quello di far chiarezza”. Lo fa notare il consigliere Tommaso Foti (Fratelli d’Italia- An) in una risoluzione presentata in Assemblea. “Non si tratta solo di cambiare modelli informatici o piattaforme condivise ma di rendere chiare le informazioni da trasmettere”, sottolinea Foti che elenca una serie di imprecisioni presenti nel modello europeo di curriculum vitae.
“Non tutti i master vengono riconosciuti allo stesso modo, la qualifica di dottore di ricerca non è abbastanza valorizzata, i titoli acquisiti nell’Ue spesso non vengono riconosciuti come tali nell’ordinamento italiano”, e così spesso capita che “molti giovani al termine del loro percorso si sentano dire che quel titolo di studio non vale”.
La risoluzione è stata approvata unanimamente in aula. D’accordo con Foti, Katia Tarasconi (Pd) che aggiunge: “L’Europass è nato come strumento per eliminare tutti gli ostacoli alla mobilità ma persistono alcune criticità sostanziali legate a una mancanza di inquadramento chiara delle qualifiche. Bisogna stabilire criteri univoci per equiparare i titoli di studio”.
Andrea Bertani (M5s) sottolinea anche alcune inesattezze all’interno dello stesso diploma internazionale “redatto in inglese, ma con alcuni dati richiesti in italiano”.
(Francesca Mezzadri)