Garantire la continuità produttiva e il mantenimento della sede Maserati di Modena, adottando ogni iniziativa utile in raccordo con le istituzioni locali, i sindacati e il management di Stellantis.
È quanto chiede la consigliera del Partito Democratico Maria Costi con un’interrogazione alla giunta. Nell’atto ispettivo si chiede anche di “sollecitare il governo nazionale ad aprire un tavolo permanente con Stellantis, affinché venga definito un piano industriale di rilancio credibile per Maserati” e di chiedere a Stellantis “piena trasparenza sui piani di investimento futuri per il sito modenese”.
“Maserati rappresenta, da oltre 110 anni, un marchio simbolo della Motor Valley, riconosciuto a livello internazionale come espressione di eccellenza, innovazione e tradizione, profondamente legato alla città di Modena e alla sua comunità – spiega Costi -. Il marchio impiega direttamente circa 800 lavoratori presso lo stabilimento modenese, con un indotto che coinvolge oltre 2.000 addetti tra fornitori e servizi collegati”.
La consigliera del Pd ricorda anche che “il sito produttivo di viale Ciro Menotti costituisce un unicum nel panorama mondiale dell’automotive, per la sua collocazione nel cuore urbano e per la capacità di aver coniugato nel tempo produzione industriale, ricerca e sperimentazione tecnologica”. La consigliera evidenzia anche la difficile congiuntura economica attuale attraversata dal marchio nel suo complesso. “I dati pubblicati da MilanoFinanza segnalano per il primo semestre 2025 una perdita operativa di 140milioni di euro, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2024, con ricavi crollati del 41,5% – aggiunge -. Una performance particolarmente negativa se confrontata con i competitor del settore luxury. Già nel 2024 erano stati immessi 350milioni di euro nelle casse di Maserati per garantirne la continuità, e si rende ora necessario un nuovo intervento di capitale da parte di Stellantis”.
“La crisi rischia di compromettere l’immagine complessiva della Motor Valley come polo mondiale di eccellenza automotive e ha ricadute su famiglie e lavoratori”, va avanti Costi, sottolineando anche che l’impatto si estende a oltre 50 aziende fornitrici locali specializzate nella componentistica di alta gamma “con rischio di perdita di competenze tecniche uniche”.
Da qui l’interrogazione con la quale, tra l’altro, si chiede di sapere anche “quali misure di sostegno alla riqualificazione professionale dei lavoratori si intendano predisporre in caso di ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali” e “se non si ritenga opportuno coinvolgere l’Università di Modena e Reggio Emilia in progetti congiunti di ricerca e innovazione, per supportare la transizione tecnologica dell’azienda”.
(Brigida Miranda)



