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Lavoro Modena. Vertenza Italpizza, AltraER: azienda sieda al tavolo con tutte le sigle sindacali

Nell’interrogazione anche la critica alla volontà “di instaurare relazioni sindacali selettive allo scopo di fomentare la divisione”

Convocare un tavolo vertenziale che includa tutte le organizzazioni sindacali, incluso il Si.Cobas, evitando che l’azienda possa selezionare interlocutori privilegiati a danno degli interessi di tutti i lavoratori del sito produttivo. È quello che chiede, con un’interrogazione, Altra Emilia-Romagna riferendosi alla situazione della Italpizza, azienda del settore alimentare di Modena, interessata da una vertenza sindacale che, si legge nel documento, “costituisce un esempio paradigmatico sull’utilizzo degli appalti e della interposizione di manodopera nel settore alimentare emiliano-romagnolo”.

La richiesta affonda le sue basi nella situazione verificatasi il 15 maggio scorso: “Italpizza e le due imprese cooperative Cofamo ed Evologica (a cui sono state appaltate alcune attività dall’azienda stessa, ndr) hanno disertato il tavolo con le parti sociali, convocato dal Ministero del Lavoro per far fronte alla vertenza sindacale siglando, invece, con Società Appaltatrici, Confindustria, Cisl e Uil un accordo che prevede 250 milioni di investimenti per il territorio emiliano e la garanzia di pace sociale ponendosi, tuttavia, in contraddizione rispetto alla convocazione ministeriale. Dal rifiuto da parte del datore del tavolo ministeriale- continua l’esponente di AltraER- sono scaturite delle mobilitazioni sindacali che hanno visto protagonisti i due sindacati Si.Cobas e Cgil con presidi e picchetti davanti ai cancelli dell’azienda Italpizza”.

A questa situazione, si legge nell’atto ispettivo, va aggiunta la decisione “di Italpizza di convocare un nuovo tavolo negoziale con la sola sigla Cgil, un tentativo che evidenzia la volontà datoriale di instaurare relazioni sindacali selettive allo scopo di fomentare la divisione”.

Accanto alla richiesta di convocare tutte le sigle sindacali, nell’atto ispettivo è stata inserita anche quella di “intervenire nelle prefetture, affinché lo stato di fermo del delegato Si.Cobas ed eventuali denunce a carico dei lavoratori rimangano casi isolati”. Questo perché durante i presidi del 22 e 23 maggio, scrive l’esponente di AltraER, è avvenuto un lancio di lacrimogeni e ci sono state alcune manganellate “a seguito delle quali un delegato Si.Cobas è risultato in stato di fermo”.

“È intollerabile- si legge nell’atto- che dei lavoratori, intenti ad esprimere legittimamente dissenso, siano stati caricati dalle forze di polizia. I presidi, i picchetti e gli scioperi costituiscono strumenti di autotutela collettiva, predisposti dall’ordinamento intersindacale italiano al fine di veder riconosciuti diritti e tutele dei lavoratori”.

(Andrea Perini)

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