La commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, presieduta da Giuseppe Paruolo, ha espresso parere favorevole allo schema di delibera predisposto dalla Giunta regionale “in materia di accreditamento dei servizi per il lavoro e definizione dell’elenco delle prestazioni dei servizi per il lavoro pubblici e privati accreditati” (favorevoli Pd, astenuti Sel, Lega nord, M5s, Fi).
Il provvedimento, che attende ora l’approvazione definitiva della Giunta, ridefinisce in un elenco unitario l’insieme delle prestazioni per favorire l’occupazione, alcune di esclusiva pertinenza della pubblica amministrazione, altre che possono essere erogate tanto da soggetti pubblici quanto da soggetti privati accreditati. Tra le prestazioni erogate esclusivamente dagli sportelli pubblici rimangono i “patti di servizio” con i quali gli utenti e il centro per l’impiego assumono responsabilità condivise sulle misure da intraprendere per avvicinare l’interessato al mercato del lavoro. Sempre ai servizi pubblici compete la funzione cosiddetta di “decadenza” nel caso in cui la persona titolare di misure di sostegno al reddito non adempia agli impegni presi nel patto che ha sottoscritto. Al pubblico rimane anche l’inserimento delle persone disabili e delle persone che si trovano in situazione di disagio sociale o sanitario, quelle che la legge regionale definisce “fragili e vulnerabili”.
Tutte le altre funzioni sono oggetto di accreditamento e possono essere erogate da soggetti pubblici o privati accreditati nel rispetto del diritto di scelta che deve, per legge, essere garantito a tutti i cittadini interessati, una volta che abbiano sottoscritto i loro impegni con il patto di servizio. In questo senso sarà fornito loro l’elenco delle realtà pubbliche o private accreditate cui rivolgersi per attuare le politiche attive per il lavoro. Il testo della delibera introduce nel sistema regionale anche alcune importanti novità che derivano dal Jobs act, come ad esempio la previsione di servizi di consulenza per le start up o per le forme di auto-impiego che prima non erano considerate materia riguardante le politiche attive per il lavoro.
Per quanto riguarda i requisiti e le modalità di accreditamento il documento distingue tra i soggetti che si candidano ad erogare servizi di collocamento ordinario (area 1) e quelli che si occupano del collocamento mirato per le persone “fragili e vulnerabili” (area 2). Nel primo caso si va a finanziare la domanda, nel secondo la pubblica amministrazione si assume la responsabilità di selezionare l’offerta per rendere disponibili a particolari categorie di persone misure di collocamento mirato in ciascuno dei 38 distretti e che saranno selezionate tramite un bando. Tre le altre cose cambia il sistema di relazioni che seguiranno due diverse logiche: per l’area del collocamento ordinario i soggetti dovranno dimostrare di avere un sistema di relazioni con le imprese, mentre per l’area che attiene l’inserimento lavorativo di persone “fragili e vulnerabili” dovranno esserci relazioni documentabili con i distretti socio-sanitari.
Al parere positivo espresso dalla commissione sullo schema di delibera è anche collegata una proposta di emendamento (a firma di Giuseppe Boschini, Manuela Rontini e Gian Luigi Molinari, approvata a maggioranza, sì da Pd, Sel; astenuti M5s, Lega nord e Fi) che inciderebbe sui requisiti strutturali operativi richiesti per l’area 2, quella dell’accreditamento mirato all’occupazione delle persone fragili e vulnerabili. Rispetto agli orari di apertura degli sportelli da garantire nei territori, trattandosi di costi fissi che potrebbero avere un impatto importante – ha spiegato Boschini – “il testo potrebbe tenere in considerazione differenze tra distretto e distretto dove esistono caratteristiche territoriali e di popolazione molto diverse. Il rischio è che i costi fissi possano incidere maggiormente rispetto alla parte dei servizi vivi che si danno alle persone che invece hanno bisogno di essere seguite nel percorso. Boschini ha poi espresso giudizio positivo sul valore dell’atto grazie al quale – ha detto – “inizia a prendere forma un cambiamento epocale nel sistema dei servizi pubblici in questa regione in sintonia con quello che avviene su territorio nazionale”.
Per Gianluca Sassi (M5s) “ben venga che si possa creare maggiore sinergia tra pubblico e privato se questo riuscirà a ottenere risultati che ci si aspetta. Accogliamo con un certo favore il fatto che si vada normare rapporto che già di fatto esiste, ma porrei attenzione sul rafforzamento dei centri per l’impiego pubblici e per cercare di identificare le fragilità e porre dei correttivi”. L’esponente dei 5 stelle ha quindi richiamato all’importanza del monitoraggio perché, ha fatto notare, sulla formazione, che è parte di quel sistema che dovrebbe introdurre persone nel mondo del lavoro, i centri non hanno conseguito grandi risultati.
Da Igor Taruffi (Sel) un “richiamo sul metodo”. Il consigliere ha lamentato il tardivo inserimento del provvedimento tra gli oggetti della convocazione della commissione e ha pertanto annunciato un voto di astensione: “vogliamo dare un segnale”- ha detto- reclamando “modalità di lavoro più rispettose delle prerogative dell’Assemblea legislativa”.
(Isabella Scandaletti)