La giunta si attivi per investire sull’organico e sulla formazione degli ispettori del lavoro “anche al fine di garantire la tutela dei lavoratori impiegati nei vari settori economici e di contribuire al contrasto del fenomeno delle morti sul lavoro”.
L’impegno della Regione è richiesto dalla consigliera Nadia Rossi (Partito democratico) in una risoluzione che vuole approfondire le “istanze dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), anche attraverso l’interlocuzione con le sigle sindacali e le rappresentanze locali dello stesso e a sollecitare il Governo in tutte le sedi istituzionali opportune e per il tramite dei parlamentari eletti nelle circoscrizioni emiliano-romagnole ad intervenire complessivamente sulla situazione della categoria, che versa da anni in condizioni di difficoltà crescente”.
La consigliera ricorda le vertenze sindacali avviate nel 2022 perché i dipendenti – circa 4mila – dell’Ispettorato del lavoro (Inl) e dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal) sono stati esclusi dagli adeguamenti retributivi previsti per i ministeriali. L’adeguamento delle buste paga non c’è stato, nonostante gli incontri con il precedente governo e gli scioperi. Il nuovo ministro Maria Elvira Calderone, con il maxi emendamento della legge di Bilancio 2023, ha inserito la perequazione dei contratti riconoscendo “ai dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro il diritto a ricevere l’armonizzazione dell’indennità di amministrazione, ma non per le annualità precedenti a partire dal 2020, come per gli altri dipendenti dei Ministeri”.
In regione, continua la consigliera dem, il personale è diminuito, ma sono aumentati gli infortuni sul lavoro passando in un anno da 67.816 a 74.066. Sono aumentati anche gli irregolari e le malattie professionali. Nonostante questo, afferma Rossi, “l’Emilia-Romagna è comunque tra le regioni che effettuano più ispezioni in Italia (circa 20.440 nel 2019 in tutta la penisola) e secondo un report curato dalla Cisl, nel 2020 in regione sono state effettuati appena 1.684 accertamenti, di cui solo 271 in edilizia, e riscontrate 323 violazioni”. Era prevista l’assunzione di 2480 ispettori, a livello nazionale, ma ci sarebbe un 70% di rinunce da parte dei vincitori di concorso “complice la mancata risposta da parte del governo precedente e attuale”. I sindacati hanno appoggiato le proteste dei dipendenti e chiesto al governo di aumentare con urgenza il personale addetto alle ispezioni. La carenza di personale, conclude Rossi, “mette peraltro a rischio uno degli obiettivi del Pnrr, che chiede di aumentare del 20% entro il 2024 il numero di ispezioni rispetto alla media” del triennio 2019-2021.
(Gianfranco Salvatori)