La Giunta affronti la vertenza in corso nel settore dei servizi educativi per l’infanzia e la prima infanzia a seguito del serrato confronto tra organizzazioni sindacali dei lavoratori e imprese cooperative in merito all’applicazione del Contratto collettivo nazionale (CCNL) delle cooperative sociali, in particolare in riferimento all’inquadramento nella categoria D, posizione economica D2, delle educatrici e degli educatori professionali in possesso del titolo ma non della specifica Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione – Educatore Professionale Sociale, Educatore Nido, Formatore Continuo, peraltro esistente come tale solo da alcuni anni. Lo chiede Silvia Piccinini (M5s) tramite un’interrogazione e una risoluzione.
La consigliera cita una legge regionale (19/2016) che prevede di “applicare al personale dipendente i contratti collettivi nazionali di settore sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi a livello nazionale, secondo il profilo professionale di riferimento”.
Dunque Piccinini chiede all’esecutivo regionale “se e come intenda affrontare il problema presente nei servizi educativi per l’infanzia e la prima infanzia alla luce della controversia in essere tra organizzazioni sindacali dei lavoratori e cooperative sociali; infine, se ritenga sussistere il rischio di una mancata applicazione del CCNL vigente e se, conseguentemente, si abbiano applicazioni rispetto a quanto disciplinato dalla legge regionale in merito all’obbligo per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi per l’infanzia dell’applicazione al personale dipendente dei contratti collettivi nazionali di settore sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi a livello nazionale, secondo il profilo professionale di riferimento”. Infine, la pentastellata impegna l’esecutivo regionale “a promuovere la definizione di accordi tra le parti che contemplino l’inquadramento nella posizione D2 di educatrici ed educatori con titolo, valutando la possibilità di intervenire rispetto agli effetti che l’adeguamento del contratto potrebbero produrre sul piano finanziario per le imprese di servizi che svolgono contratti d’appalto pubblici”.(Margherita Giacchi)