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Lavoro. “Usare reddito cittadinanza per nuove assunzioni”. L’Aula approva il pdl di AltraER-Pd-Si

Il primo firmatario Alleva: “Misura redistributiva, senza spese aggiuntive”. Fdi e Lega: “Si lasciano fuori fette importanti di disoccupati”.

Da oggi il Parlamento avrà un progetto di legge in più da vagliare. L’Aula regionale, infatti, ha approvato il pdl da portare alle Camere che mira ad utilizzare il reddito di cittadinanza per creare occupazione stabile a favore di disoccupati under 35. Un pdl presentato da Piergiovanni Alleva (AltraEr), primo firmatario, Stefano Caliandro, Fabrizio Benati, Antonio Mumolo e Nadia Rossi (Pd) e da Yuri Torri e Igor Taruffi (Si).

Il progetto (passato con il sì di Pd, Si, AltraEr, Movimento Cinque Stelle e gruppo Misto, voto contrario, invece, di Lega e Fratelli d’Italia) vuole finanziare col reddito di cittadinanza nuove assunzioni attraverso la rinuncia a una giornata di lavoro a settimana da parte di quattro lavoratori assunti con contratto pieno e a tempo indeterminato. In questo modo il reddito di cittadinanza, invece di essere destinato solamente a sussidio, andrebbe a generare un lavoro vero e un vero reddito, spesso più alto del sussidio stesso, consentendo ai lavoratori già occupati di avere un giorno libero in più alla settimana. La Regione, da parte sua, erogherà, alle imprese che stipulano contratti di solidarietà espansiva, un contributo mensile di 10 euro per ogni lavoratore che aderisce.

“Questa vuole essere una misura redistributiva – ha spiegato Alleva (AltraER) -, senza spese ulteriori, perché la spesa grossa è già stata fatta quando si è deciso di fare il reddito di cittadinanza. E anche i datori di lavoro hanno solo da guadagnare”. Secondo Antonio Mumolo (Pd), “il reddito di cittadinanza non deve essere una elemosina, e in questo caso gli attori principali sono i nuovi assunti che vengono aiutati a trovare un posto di lavoro. Incrementare posti di lavoro incrementa l’economia”.

Ma Fabio Callori di Fratelli d’Italia ci vede “un accordo elettorale alle prossime elezioni” e “questa legge si potrà applicare solo a persone di età inferiore ai 35 anni, quindi tagliando  una fetta importante di persone che  vanno dai 45 ai 50 anni in su e che hanno perso il posto di lavoro”. Inoltre, “il discorso della settimana corta non penso sia una grande idea perché bisognerebbe anche avere un confronto con le aziende. Il quinto giorno, in cui il lavoratore assunto rimarrebbe a casa, verrebbe inserita un’altra persona, che dovrà essere formata, dovrà essere preparata, ma soprattutto bisognerà vedere la modalità di pagamento”. Secondo Callori, dunque, “sarebbe meglio trovare altri metodi per combattere la disoccupazione, come abbattere i costi e il cuneo fiscale per le aziende, incentivandole quindi ad assumere nuove persone”. Stesso pensiero di Matteo Rancan (Lega), che si domanda anche come mai “se si è sempre dipinto un quadro idilliaco nella nostra regione, grazie anche al patto per il Lavoro che sembrava salvasse tanti lavoratori, c’è invece bisogno di un progetto di legge come questo”.

Per Giulia Gibertoni (M5s) “le istituzioni pubbliche possono e devono fare tanto, questa è una sfida alta che si prende la Regione, ma che non deve finire oggi con il rimpallo alle Camere”. Per Silvia Prodi (gruppo Misto) “Ci sono implicazioni settoriali fortissime, finalmente si inizia a dire: lavoriamo meno, lavoriamo tutti. Sono più critica quando si parla di welfare aziendale, per questo secondo me diventa fondamentale il lavoro dei sindacati”. Per Yuri Torri (Sinistra italiana) “con questo pdl si prova a dare un orientamento pratico e preciso” e per l’altro esponente di Si, Igor Taruffi, “con questa proposta si valorizza l’esistenza di strumenti quali il reddito di cittadinanza. Il livello di disoccupazione è passato dal 9% del 2015 a poco meno del 5% di quest’anno. Non credo sia merito solo della giunta, c’è un tessuto industriale che ha risposto alla crisi, però le iniziative assunte in questa sede sono state d’aiuto. Tutti questi strumenti hanno messo a sistema azioni per sostenere l’economia di questo territorio”.

(Margherita Giacchi)

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