Imprese lavoro e turismo

Appennino reggiano: le cooperative di comunità sconfiggono lo spopolamento

Commissione Politiche economiche “sul campo” nell’Appennino reggiano. La presidente Manuela Rontini: così apprendiamo dal territorio ciò di cui c’è bisogno e abbiamo più elementi per la nostra attività legislativa

Le cooperative di comunità fanno bene al territorio, il territorio fa bene alle cooperative di comunità. Un nuovo impulso alla legge sulle cooperative di comunità è venuto oggi dalla “commissione sul campo” che ha visto i componenti della commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, andare sul territorio per conoscere più da vicino alcune delle migliori esperienze di cooperative di comunità. Nello specifico al Ventasso, sull’Appenino reggiano, dove hanno sede tre importanti coop di comunità: la “Valle dei Cavalieri” (nata nel 1991, quando, a seguito della chiusura dell’ultimo bar del paese e dell’ultima “bottega”, i ragazzi della locale pro loco si sono rimboccati le maniche e hanno costituito la cooperativa), la “Briganti di Cerreto” (nata nel 2003 dalla precisa volontà di un gruppo di giovani, residenti a Cerreto Alpi, che avevano l’obiettivo di riqualificare e potenziare le attività locali) e la “Corte di Rigoso” (nata nel 2019, per volontà di un piccolo gruppo di residenti che volevano promuovere il ritorno in montagna puntando sulla gestione dei servizi essenziali e sulla riqualificazione del territorio).

“Oggi vogliamo conoscere da vicino queste importanti realtà in modo da poter migliorare ancora la nostra attività legislativa, per dimostrare che la Regione sa essere sul territorio e sa ascoltare”, spiega la presidente Rontini, che ricorda come “sul tema cooperative di comunità abbiamo fatto una importante audizione e anche il progetto di legge in discussione tiene conto delle osservazioni delle parti sociali”.

Sulla stessa linea la relatrice di maggioranza Nadia Rossi (Pd), per la quale “questa è una grande occasione per conoscere da vicino i benefici effetti delle cooperative di comunità, potendo così migliorare la nostra attività di legislatori”, e il collega relatore di minoranza Gabriele Delmonte (Lega) che ha ricordato come “abbiamo l’opportunità avere alcuni elementi in più per migliorare la legge. Quali miglioramenti? In realtà piccoli e precisi: in primo luogo essere sicuri di fare bandi che servano davvero al territorio, dove ci sono più difficoltà ci devono essere più premialità”.

A fare gli onori di casa sono stati il sindaco di Ventasso, Enrico Ferretti (“E’ un onore per questo territorio avere come ospite la commissione Politiche economiche”), e il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Fausto Giovanelli.

A raccontare le esperienze delle loro comunità sono stati i rispettivi presidenti o consiglieri.

Dario Torri, presidente della cooperativa “Valle dei Cavalieri”,  “le cooperative di comunità hanno dimostrato come un territorio che stava morendo è rinato: agriturismo, turismo, cura del bosco sono tutti elementi che hanno permesso di creare lavoro e di convincere i nostri concittadini a non andare a vivere altrove, siamo molto felici che la Regione voglia legiferare su questo tema e le nostre aspettative sono molto alte, in questi anni abbiamo investito oltre un milione di euro sul territorio e abbiamo 8 dipendenti fissi e alcuni stagionali”, mentre Erica Farina, consigliera della cooperativa di comunità “I Briganti di Cerreto”, insiste molto sulla sinergia tra Regione e territorio. “Il fatto che si voglia fare una legge regionale sulle cooperative di comunità dimostra che esperienze come la nostra hanno avuto ragione, nello scegliere la via del coraggio nel dire che si doveva andare avanti nel costituire: è bello che la Regione legiferi su questo tema, l’Emilia-Romagna è la culla delle cooperative di comunità”. Toccante il racconto di Claudio Moretti, presidente della cooperativa “Corte di Rigoso” e per molti anni sindaco di Monchio delle Corti, un Comune dell’Appennino parmense: “La nostra cooperativa è nata in pieno lockdown, quando tutti chiudevano i nostri ragazzi iniziavano un’avvenuta molto bella che sta salvando il territorio, ha impedito lo spopolamento e permesso di tenere aperte delle attività economiche grazie alla collaborazione e al lavoro di tutti. Il nostro territorio stava chiudendo quando cinque ragazzi sono venuti da me e mi han detto che volevano aprire una cooperativa di comunità e mi han chiesto di dargli una mano: ho accettato, pochi pensavano che ce l’avremmo fatta. Dopo due anni siamo ancora qua: a Rigoso abbiamo 68 soci, in un territorio che ha una novantina di abitanti”.

Racconti, testimonianze, fatti che hanno suscitato il commento unanime e favorevole dei consiglieri regionali presenti all’incontro.

“Le cooperative di comunità permettono di tenere aperte attività che un singolo imprenditore non potrebbe gestire, da solo non ce la farebbe, è un bene che la Regione voglia intervenire a loro sostegno”, spiega Marco Mastacchi (Rete Civica), mentre Roberta Mori (Pd) sottolinea come “le cooperative di comunità si inseriscono a pieno nella vita della nostra regione, nella sua tradizione di terra dove la cooperazione ha saputo svilupparsi a vantaggio del territorio”. Sulla stessa linea Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) per la quale “questa legge si pone obiettivi ambiziosi e vuole aiutare il territorio a difendersi e a svilupparsi, come dimostrano i racconti fatti oggi dai rappresentanti delle tre cooperative di comunità, queste realtà hanno prodotto posti di lavoro”. Dal canto suo Luca Sabattini (Pd) ha ricordato l’importanza che ci sia chi “fa da stimolo alla nascita dell’idea di una cooperativa di comunità sul territorio ancora prima che nasca dal punto di vista giuridico: bisogna stimolare le persone e per questo servono figure professionali specifiche”, mentre Emiliano Occhi (Lega) ricorda come “troppe persone ancora pensano che si debba spopolare la montagna, perché così non bisogna portargli i servizi: le cooperative di comunità, invece, vanno nella giusta direzione, puntano a ripopolare la montagna mettendo insieme le forze”. Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), invece, bisogna “capire le modalità con cui far collaborare le cooperative di comunità con gli enti parco, con le pro loco e gli altri circoli ricreativi: bisogna poi capire quali altre risorse mobilitare, tanto quest’anno quanto in futuro”.

A sostegno della legge sulle cooperative di comunità sono intervenuti i rappresentanti delle principali centrali cooperative: Sara Manfredini (Legacoop) e Giovanni Teneggi (Confcooperative). Manfredini ha ricordato come “la nuova legge fa passi in avanti, quello che serve è la collaborazione con i territori: è importante che la nuova legge permetta alle singole cooperative di comunità di operare anche fuori dal proprio territorio e allo stesso tempo bisogna favorire la possibilità di diventarne soci”, mentre Teneggi ha voluto sottolineare che “le cooperative di comunità travalicano i territori e sono molte anche in assenza, almeno fino ad ora, di una norma specifica. In particolare, l’Appennino reggiano ne ha tenute a battesimo e ne fa vivere nove, è la realtà con la più alta densità di cooperative di comunità in percentuale rispetto ai residenti”.

(Luca Molinari)

Fotogallery

Imprese lavoro e turismo