“Garantire ai cittadini l’erogazione delle prestazioni specialistiche, non è accettabile la scelta di chiudere le agende”.
A chiederlo è la Lega, con una risoluzione discussa in aula, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti (primo firmatario), Simone Pelloni, Valentina Stragliati, Fabio Bergamini e Michele Facci.
Marchetti e colleghi propongono, quindi, delle alternative, come “l’utilizzo di pre liste, per avere almeno contezza sul numero di richieste per prestazione e quindi intervenire”. Per i leghisti “è sbagliato nascondere il problema”.
Per Ottavia Soncini (Partito democratico) “sono diverse le azioni messe in campo per incrementare l’offerta e per recuperare le prestazioni accumulate: le aziende sanitarie stanno ottimizzando la gestione dell’offerta, con attenzione anche alla distribuzione territoriale”. Le prestazioni, entra nello specifico la dem, “devono essere prescritte direttamente dallo specialista che ha effettuato la prima visita, questo per agevolare il secondo accesso e quelli successivi”. La consigliera rileva poi che “il monitoraggio dei tempi d’attesa va comunque assicurato”. Per aumentare la produzione, conclude, “serve comunque più personale”.
Per Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) “con l’istituzione di nuove liste si crea ulteriore confusione fra gli utenti, servono invece semplificazioni, anche con il coinvolgimento, ad esempio, dei medici di base”.
L’assemblea respinge la risoluzione targata Lega.
(Cristian Casali)