Il punto di partenza: 7 milioni di euro sapientemente trasferiti verso conti esteri (in Romania, Croazia, Slovenia fino a Cipro e Malta) per l’acquisto di diamanti grezzi o raffinati, e poi consulenze di fantomatici esperti e periti”, una villetta vicino a Pisa del valore di 260mila euro, titoli e premi assicurativi. Questo il patrimonio che, con un’indagine dei finanzieri del comando provinciale di Modena, avevano sottratto a quattro indagati per truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio. Un ‘tesoro’, quello accumulato illecitamente da alcuni membri della Cassa di risparmio di Mirandola, che avrebbe dovuto essere redistribuito alla comunità. E invece, denuncia il consigliere Stefano Bargi (Lega): “Le somme defraudate sono state reimmesse nel circuito economico a beneficio di chi è stato investigato”. Il caso arriva in Regione dove il consigliere di minoranza chiede alla Giunta di fornire spiegazioni: “La Regione Emilia-Romagna svolge funzioni di controllo e vigilanza sull’amministrazione delle fondazioni iscritte nel registro regionale. È vero quanto emerso? Ma sopratutto, cosa ha fatto la stessa Regione per garantire la trasparenza?”, si domanda Bargi che insiste anche per sapere se “la Regione abbia richiesto le informazioni necessarie per verificare l’attività effettivamente svolta e se non abbia riscontrato anomalie” “
12 Novembre 2020
Legalità Modena. La truffa alla Cassa di risparmio di Mirandola tra diamanti e villette, Bargi (Lega): “Riscontrate anomalie?”
Secondo il consigliere il patrimonio confiscato sarebbe tornato indirettamente a beneficio degli indagati: “La Regione ci dica se era a conoscenza di questi investimenti della fondazione e cosa ha fatto per verificare eventuali anomalie”
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12 Novembre 2020