Governo locale e legalità

LEGALITÀ. TESTO UNICO, DISCUSSIONE GENERALE IN COMMISSIONE CULTURA

Sul radicamento delle mafie nel territorio regionale, diversità di vedute tra M5s e Pd

In commissione Cultura, presieduta da Giuseppe Paruolo, si è tenuta la discussione generale in merito al Testo unico sulla legalità, di cui è relatore Antonio Mumolo, relatore di minoranza è Matteo Rancan. Al Testo unico è abbinato il progetto di legge del gruppo M5sIstituzione della Commissione regionale per la promozione della cultura della sicurezza, della legalità e per il contrasto a ogni forma di criminalità organizzata e attività corruttiva” sottoscritto da Giulia Gibertoni, prima firmataria, e Raffaella Sensoli.

Ha aperto la seduta il relatore Antonio Mumolo, che ha ricordato come il disegno di legge “metta al centro delle politiche attive della Regione la prevenzione, la cultura della legalità e la cittadinanza responsabile, nella convinzione che alzare il tasso di legalità sia l’azione più potente per contrastare l’infiltrazione delle mafie”, passando poi a richiamare i punti salienti della proposta di legge regionale.

Giulia Gibertoni (M5s) ha sottolineato l’importanza “dell’istituzione della Commissione regionale richiesta dai 5stelle”, finalizzata a “fotografare con nitidezza il fenomeno del radicamento della criminalità mafiosa nel territorio regionale”. Secondo la consigliera, infatti, siamo di fronte a un fenomeno nuovo e non facile da individuare, perché si annida in una zona grigia tra legalità e illegalità. Una zona nella quale taluni amministratori pubblici, pezzi del mondo imprenditoriale, frange del mondo dei professionisti e appartenenti a cosche e organizzazioni mafiose si interfacciano e fanno affari. Si tratta, ha spiegato, di “una zona fluida in cui la mafia non è più nella cabina di regia dell’illegalità ma è parte di un sistema che opera al confine tra legalità e illegalità”. La Commissione regionale, pertanto, ha evidenziato l’esponente 5stelle, “non è una provocazione, ma una necessità, dato che l’Emilia-Romagna è al quarto posto fra le regioni italiane per numero di beni confiscati alle mafie, a conferma del preoccupante radicamento della criminalità organizzata”. Considerato che, mediante il Testo unico, la Regione cerca non solo di fare cultura della legalità ma anche di mettere a punto strumenti efficaci di contrasto all’infiltrazione delle mafie, ha concluso la consigliera, “è di tutta evidenza l’importanza dell’istituzione della Commissione regionale”.

Per Matteo Rancan (Ln), relatore di minoranza, nel Testo unico “permangano criticità, come ad esempio la destinazione degli immobili sequestrati per finalità sociali, in particolare per l’accoglienza dei migranti, che vanno superate, possibilmente mediante la predisposizione di emendamenti condivisi”. Così come, secondo il leghista, vanno approfonditi gli interventi normativi in ambiti quali “l’agricoltura, il gioco d’azzardo e la lotta alla corruzione”. Il nostro auspicio, ha concluso il consigliere, è che “si possa addivenire a un testo legislativo ampiamente condiviso”.

Secondo Massimo Iotti (Pd), la proposta legislativa è “un tentativo, al momento unico in Italia, di coordinare le azioni regionali di contrasto alla mafia”. La visione proposta dal M5s secondo la quale la zona grigia in cui si muove la mafia è in espansione irreversibile, ha sottolineato il consigliere, “non mi trova affatto d’accordo”. La stragrande maggioranza delle imprese, infatti, ha sottolineato il consigliere, “è sana e il fine del progetto di legge è proprio di aiutare tali imprese a emergere e rafforzarsi, diffondendo la cultura della legalità”. Uno degli aspetti più rilevanti della proposta, ha ricordato l’esponente Dem, è senza dubbio “l’utilizzo dei beni confiscati ai mafiosi, grazie a un innovativo sistema di regole”. Infine, ha concluso Iotti, in merito all’edilizia, “la definizione nel Testo unico di standard e criteri di qualità, come la certificazione antimafia, rappresenta un utile strumento per portare qualità nelle imprese e fare positiva selezione”.

L’assessore alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, ha evidenziato come “l’analisi del fenomeno di infiltrazione, insediamento e radicamento della criminalità mafiosa, italiana e straniera, nel territorio regionale non sia all’anno zero, ma, grazie ad analisi, studi e ricerche condotte nel tempo da una varietà qualificata di esperti, possa oggi contare su una fotografia molto precisa del fenomeno da cui prende le mosse il Testo unico”. Se si vuole fare un’operazione di contrasto seria ed efficace alle mafie, ha sottolineato l’assessore, “occorre partire dall’analisi attenta di ricerche e studi”. Altra rappresentazione che va confutata, ha concluso Mezzetti, è quella del “patto organico tra politica e mafie che emergerebbe dall’inchiesta Aemilia, dato che gli amministratori pubblici coinvolti sarebbero in numero assai esiguo”.

(Luca Govoni)

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