Scuola giovani e cultura

Legalità, una Regione contro le mafie

Nel triennio 2020-2022 l’Emilia-Romagna ha sostenuto oltre 120 i progetti di promozione della legalità suddivisi su 110 comuni della regione e per i quali sono stati investiti complessivamente 5 milioni 300mila euro di cui circa 3 milioni 300mila stanziati dall’ente regionale. Il dato è contenuto nella relazione della clausola valutativa sul Testo unico regionale sulla legalità da cui emerge anche che otre l’80% delle risorse stanziate è andato ai Comuni, soprattutto per gli interventi sui beni confiscati alla criminalità organizzata, che richiedono spese elevate.

Dei 276 immobili confiscati in Emilia-Romagna, a oggi sono 81 quelli già destinati a finalità pubbliche. Nel corso dell’illustrazione è stato evidenziato che la media temporale, tra l’arrivo di un bene confiscato all’agenzia preposta e l’assegnazione del bene stesso all’ente pubblico, è superiore ai 10 anni, elemento che costituisce una palese criticità.

Degli 81 immobili destinati sul territorio regionale, 55 sono stati assegnati ai Comuni per fini sociali. La Regione è intervenuta, attraverso il Testo unico ma anche con la legge regionale 3 del 2011, con risorse per oltre 4 milioni su 28 immobili, per il loro risanamento complessivo e per il loro riutilizzo per finalità sociali o istituzionali (alcuni sono stati destinati all’emergenza abitativa o a nuclei familiari in condizioni di disagio, altri sono diventati centri didattici, spazi di aggregazione e di promozione sociale).

Un esempio su tutti, quello del Comune di Brescello che ha realizzato nel 2021 il progetto sul riuso dei beni confiscati nel corso del procedimento Aemilia, la cui realizzazione ha richiesto una spesa di 150mila euro di cui 120mila di fondi regionali, per un parziale recupero di un complesso di beni immobili confiscati alla cosca Grande Aracri e assegnati all’amministrazione comunale.

In tutte le province, inoltre, sono state organizzate iniziative di promozione della legalità e della cittadinanza responsabile rivolte ai giovani, incontri dedicati a indagare fenomeni di microcriminalità, di disagio giovanile, momenti di confronto per promuovere l’uso consapevole del web, corsi di educazione civica, eventi per rendere i giovani protagonisti nella progettazione di luoghi e contesti di “buona socialità” e, non ultimi, i campi “E! State Liberi” (esperienze formative e di sensibilizzazione).

Rilevante la presenza della rete di associazioni e di organizzazioni di volontariato che opera a difesa dei diritti e delle vittime fino ad arrivare a quelle che agiscono nel campo dell’antimafia sociale come, ad esempio, Libera e Avviso pubblico che hanno messo a disposizione dei progetti competenze e conoscenza dei territori. Sono state realizzate anche azioni a supporto delle vittime mediante la creazione di alcuni sportelli antiusura e racket in alcuni comuni della regione (8,9%).

Sono stati finanziati anche progetti di promozione della responsabilità sociale delle imprese di cui 11 per la realizzazione dei laboratori finalizzati all’innovazione e alla sostenibilità, mentre il premio regionale “Innovatori responsabili” ha avuto la funzione di valorizzare i soggetti sociali che integrano gli obiettivi dell’Agenda 2030 nell’esercizio delle proprie attività (complessivamente sono stati valutati 500 progetti sul territorio regionale).

(Brigida Miranda)

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