L’adeguamento della legge regionale alla direttiva europea sull’efficienza energetica, le disposizioni sulle concessioni di derivazioni idroelettrica con le assegnazioni dei canoni, le nuove norme di gestione dei siti Natura 2000 per la difesa delle aree naturalistiche e sulla tutela sanitaria della popolazione dai rischi derivanti dall’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti e, infine, un incentivo per la mobilità sostenibile che favorisce l’acquisto di un veicolo ecologico: sono questi i cinque temi al centro delle legge europea 2021, discussa oggi in udienza conoscitiva in commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli.
Il consigliere Gianni Bessi, relatore di maggioranza, chiarisce che “la legge europea 2021 stabilisce gli indirizzi per definire l’ordinamento regionale da integrare con il diritto europeo. Al progetto di legge europea vengono affiancate anche le disposizioni collegate, che riguardano le abrogazioni e le modifiche di leggi necessarie per semplificare e adattare il patrimonio normativo regionale alle novità in essere”.
Più critica la relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega), sopratutto sul percorso di “semplificazione” attuato dalla Regione per l’adeguamento normativo alle direttive europee. “Concordo con il concetto di semplificazione inteso come modifica di carattere tecnico, ma quando si modifica l’intero contenuto – spiega Catellani, portando ad esempio le modifiche fatte alla legge sull’edilizia – si mette in crisi l’intero comparto. Sarebbe meglio invece ascoltare le voci dei portatori di interesse”. E, sulle modifiche fatte agli articoli riguardanti le concessioni di derivazione idroelettrica, “non si può parlare soltanto di adeguamento ma di volontà di carattere politico”.
Critico sul processo di semplificazione riguardo le norme in materia di edilizia anche il rappresentante di Confindustria Gianluca Rusconi, che ha parlato anche per Anci Emilia-Romagna. “Ci saremmo aspettati più un testo sull’utilizzo dei fondi europei e di investimento – spiega – mentre tutto l’articolato riguarda unicamente l’attuazione del principio di adeguatezza del quadro regionale a livello europeo”. Confindustria con Anci contesta soprattutto “alcune modifiche alla legge che nasceva come un contributo della Regione per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, che non rispondono più ai principi condivisi in materia di semplificazione (dall’introduzione del silenzio-inadepimento, all’eliminazione del tema della perentorietà). Tutto ciò crea ulteriore incertezza in quei soggetti che avrebbero dovuto beneficiare di questi interventi”.
L’assessore al bilancio, Paolo Calvano, sottolinea come la semplificazione sia servita per dare efficacia e velocità ad alcuni provvedimenti come la legge sulla montagna. In risposta a Confindustria, chiarisce che “all’inizio abbiamo introdotto queste modifiche alla legge sull’edilizia con l’obiettivo di innovare ma il rischio era quello che la legge venisse impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale, mettendo in discussione il percorso di crescita e sviluppo che stiamo comunque portando avanti in Emilia-Romagna”.
Concorda l’assessora Elly Schlein. “Abbiamo voluto evitare impugnazioni che avrebbero rallentato gli effetti delle norme approvate”, spiega.
(Francesca Mezzadri)