Governo locale e legalità

Aula approva legge europea 2021: al centro il tema dell’ambiente

Approvati due emendamenti alla legge europea a prima firma Roberta Mori (Pd) per introdurre la valutazione dell’impatto di genere ex ante nella normativa regionale. Critiche dalla Lega per il metodo con cui si è arrivati all’approvazione della legge

L’Assemblea legislativa approva la legge europea per il 2021 e le disposizioni collegate. Questa legge, in coerenza con i principi dell’ordinamento europeo e con la legge regionale sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea, dispone l’adeguamento dell’ordinamento regionale a quello comunitario (con il collegato si abrogano o modificano alcune norme regionali).

LEGGE EUROPEA 2021

Il consigliere Gianni Bessi (Pd), relatore di maggioranza, ha illustrato i contenuti della legge europea. “Il lavoro legislativo svolto- ha affermato- ci vede protagonisti nella formazione dell’ordinamento europeo e dà il grado di coinvolgimento della Regione nella sua costruzione”.

Cinque i filoni che segue la legge, composta di 38 articoli: prestazioni in edilizia ed efficienza energetica; modifica della legge regionale 20 del 2020 sulle concessioni delle derivazioni idroelettriche; gestione dei siti di Rete Natura 2000; tutela sanitaria per i rischi da radiazioni ionizzanti (si abrogano alcuni articoli della legge nata con l’Euratom, del 1957); incentivi alla mobilità sostenibile, si amplia la platea dei beneficiari e aumenta a 450mila euro il contributo regionale (esenzione bollo auto fino a 191 euro, per auto ibrida di prima immatricolazione, ad oggi sono pervenute 8mila richieste). Il testo è stato integrato con una nuova parte per finanziare i Comuni, fino al 100 per cento, nell’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale.

La consigliera Maura Catellani (Lega) ha illustrato i contenuti come relatrice di minoranza. Catellani ha spiegato che “adeguare le normative regionali a quelle europee ha sempre degli effetti. Semplificare significa tagliare passaggi inutili, oneri inutili e tutto ciò che è di ostacolo a un funzionamento fluido delle leggi. Purtroppo, in alcune norme abbiamo visto scelte politiche che non portano a nulla”. Come ad esempio, ha citato, avviene nell’articolo 25 sull’efficienza energetica in edilizia, “in cui si fanno soggiacere alcuni interventi edilizi alla normativa più stringente. Per questo ho presentato un emendamento, in quanto è nostra volontà semplificare. C’è, poi, un altro difetto: quello di affrontare le norme una per una e non nel complesso, quando sarebbe meglio creare una legge quadro”.

Approvati dall’Assemblea anche due emendamenti a prima firma Roberta Mori del Partito democratico (sottoscritti anche dai consiglieri di maggioranza Zappaterra, Zamboni, Bessi, Amico, Pigoni, Montalti, Taruffi, Rossi, Costi e Bulbi) per sollecitare in regione l’attuazione, in toto, della strategia europea per la parità di genere. “Uno degli elementi fondativi dello sviluppo sostenibile- ha rimarcato Mori in Assemblea- è il perseguimento dell’uguaglianza sostanziale, atteso che ancora oggi la disuguaglianza di genere per la dimensione planetaria del problema è da intendersi come la più profonda da affrontare in modo sistematico dal punto di vista intersezionale del divario sociale, economico e culturale. La Regione Emilia-Romagna si è dotata negli anni di un solido e avanzato impianto normativo che costituisce la base essenziale per interventi sistemici e sistematici contro le discriminazioni di genere, al fine di rendere pienamente esigibili diritti e doveri. Una potente leva di cambiamento passa attraverso la qualità delle politiche pubbliche, l’efficienza dell’organizzazione e la consapevolezza istituzionale dei decisori tecnici e politici. La Regione Emilia-Romagna, con questo emendamento alla legge europea, completa il quadro degli strumenti per ottenere i migliori risultati e la maggior efficacia nel contrasto alle disuguaglianze di genere. Introdurre la valutazione dell’impatto di genere nella normativa regionale consente da un lato di consolidare strumenti già utilizzati, dall’altro di poter effettuare ex ante un’analisi degli effetti che possono derivare da una proposta sia per le donne che per gli uomini, evitando che decisioni politiche – apparentemente neutre rispetto al genere – possano avere un impatto differente, anche se non previsto e non voluto. Quindi, la Regione Emilia-Romagna, al fine di conseguire l’applicazione del principio di eguaglianza tra donne e uomini e l’effettiva parità tra i generi in ogni ambito della società, effettuerà di norma la valutazione dell’impatto di genere ex ante per migliorare la qualità e l’efficacia delle leggi regionali (individuando tra gli ambiti prioritari a cui applicare la valutazione dell’impatto di genere ex ante lavoro, salute, welfare, educazione, cultura, sport, formazione, cooperazione internazionale, sviluppo e agenda digitale)”.

Su questi emendamenti si è sviluppato un duro confronto fra le diverse forze politiche.

La stessa relatrice Catellani, dicendosi “perplessa nel metodo”, ha replicato che “l’emendamento chiede una struttura pesante e complessa. Forse servirebbe una valutazione corale da parte di tutti i gruppi assembleari in commissione e non solo un voto su un emendamento. L’attenzione alla parità c’è già ed è sovrabbondante. La Regione elabora politiche di prevenzione, ex ante, con correttivi e misuratori per il contrasto alle disparità. Tutto questo c’è già”. Mentre per Silvia Zamboni (Europa Verde) “lo strumento di valutazione preventiva di genere è fondamentale per valutare l’impatto che le norme della Regione avranno sulla popolazione maschile e femminile. È uno strumento già usato in Puglia e Liguria”. La consigliera ha poi fatto un esempio citando lo sport, rilevando nelle diverse discipline differenti frequentazioni tra uomini e donne, aspetto che dovrà essere valutato. Il capogruppo della Lega, Matteo Rancan, ha quindi replicato alla consigliera: “Mi sembra di sognare. La consigliera ha detto che esistono sport da uomini e da donne… è imbarazzante. Da sinistra viene fatta una discriminazione sullo sport. Prendo atto che esistono uomini e donne. Noi lavoriamo per avere uno sport ottimale, perché è di tutti”. È però arrivata la controreplica della stessa Zamboni, che ha spiegato come “forse il mio paragone può aver sollevato elementi di ambiguità, ma io parlavo solo di maggiore o minore frequentazione e di investimenti, per vedere quanto va a beneficio di un genere o dell’altro”. Il consigliere Federico Amico (Emilia Romagna Coraggiosa) ha invece evidenziato come la valutazione ex ante di una norma “sia una strumentazione aggiuntiva per avere una lettura più precisa dei provvedimenti che prenderemo. Comprendere le ripercussioni che le leggi avranno per le donne credo sia importante”.

Sono poi stati approvati in Assemblea diversi ordini del giorno collegati alla legge europea.

Nel primo, a prima firma Silvia Piccinini dei Cinquestelle (sottoscritto anche da Zappaterra, Zamboni, Bondavalli e Taruffi della maggioranza), si chiede di “prendere in esame iniziative normative dirette a inserire nel quadro legislativo regionale- ha spiegato in Aula la pentastellata- la valutazione ex ante dell’impatto ambientale, una sorta di certificazione green da attivare, di norma e salvo motivate ragioni d’urgenza, al fine di migliorare la qualità e l’efficacia della legge regionale, individuando lavoro, formazione, educazione, attività produttive, agricoltura, territorio, edilizia, ambiente, energia, mobilità e logistica, welfare, cultura, sport, ICT e agenda digitale quali ambiti prioritari cui applicare questa valutazione”. Nel documento, ha aggiunto Piccinini, si chiede poi di “prendere in esame l’adozione di un intervento legislativo che aggiorni le clausole valutative attualmente vigenti, inserendo gli aspetti legati all’impatto ambientale e alla transizione ecologica, prevedendone contestualmente l’inserimento anche nel futuro processo normativo regionale”.

Il secondo odg approvato dall’Assemblea è sul tema del default bancario, primo firmatario Luca Sabattini del Partito democratico (sottoscritto anche da consiglieri di maggioranza e di minoranza Pompignoli, Bessi, Bargi, Pigoni, Rancan, Mastacchi, Zappaterra e Zamboni). Nel documento si chiede “di modificare la tempistica prevista dalla normativa europea in materia, prevedendo termini allungati per il rientro dello sconfinamento da parte dei debitori, per non aggravare ulteriormente le condizioni delle imprese e in generale dei cittadini, già provati dalle conseguenze del Covid”. Si sollecita poi “una campagna informativa sul tema, con il coinvolgimento degli istituti di credito”. Nell’atto si chiede poi all’esecutivo “di mantenere un dialogo stretto con le associazioni bancarie affinché responsabilizzino gli istituti di credito sulla materia, per una corretta applicazione delle norme, e di prevedere, sullo stesso tema, un sistema di monitoraggio per quantificare il reale impatto delle nuove regole, coinvolgendo le stesse associazioni bancarie, oltre a quelle datoriali, sindacali e dei consumatori interessate dall’applicazione della nuova normativa sul default bancario”.

Via libera dall’Assemblea anche a un ordine del giorno a prima firma Fabio Rainieri della Lega (sottoscritto anche dai consiglieri di maggioranza e di opposizione Costi, Facci, Liverani, Daffadà, Bergamini, Pompignoli, Montalti, Stragliati, Rontini, Bargi, Occhi, Francesca Marchetti, Zamboni, Zappaterra, Rancan, Pillati, Pigoni, Bulbi e Rossi) attraverso il quale si sollecita il governo regionale “a lavorare- ha spiegato Rainieri in Aula- affinché le produzioni vitivinicole dop e igp dell’Emilia-Romagna non siano penalizzate nell’ambito della Pac 2023-2027 favorendo le produzioni ottenute attraverso la riduzione o l’eliminazione dell’alcol da vino: la pratica della dealcolazione potrebbe aprire a produzioni di scarsa qualità, con grave danno per tutta la filiera vitivinicola europea, in particolare per quella italiana che fattura 11 miliardi l’anno, buona parte in Emilia-Romagna”. Sul tema Palma Costi (Pd) ha ribadito la strategicità del settore in Emilia-Romagna, ribadendo che la Regione opererà per tutelare i viticoltori.

Ok anche all’ordine del giorno a firma Massimiliano Pompignoli della Lega (modificato con un emendamento a firma dello stesso Pompignoli, Fabbri, Piccinini e Bessi), per “monitorare- ha spiegato il consigliere- l’andamento dei prezzi dei materiali e delle lavorazioni comunemente utilizzati nel campo edilizio, aumentati con l’annuncio del bonus del 110 per cento”. Prevista anche un’audizione sul tema nella commissione assembleare competente con le associazioni di categoria, gli ordini professionali e tutti i soggetti interessati.

LEGGE SU ABROGAZIONI E SEMPLIFICAZIONI (COLLEGATO)

L’Assemblea ha approvato anche le Disposizioni collegate alla legge europea, che riguardano l’abrogazione o la modifica di leggi e disposizioni regionali. Si tratta del Refit, che fa parte dell’iniziativa “Legiferare meglio” della Commissione e assicura che la legislazione dell’Ue offra i benefici previsti ai cittadini, alle imprese e alla società, eliminando nel contempo la burocrazia e riducendo i costi, oltre a semplificare la legislazione comunitaria.

Il relatore di maggioranza, Gianni Bessi (Partito Democratico), ha ricordato che dal 2013 la Regione ha varato sei leggi di semplificazione, abrogando 302 leggi regionali, 10 regolamenti regionali e 106 disposizioni normative, “un lavoro complesso”. L’adeguamento normativo prevede una ricognizione periodica delle leggi, per evitare ricorsi da parte dello Stato. Fra gli emendamenti presentati, ha spiegato il relatore, c’è la soppressione dell’articolo 4 (relativo alla Fondazione Toscanini). Gli altri articoli riguardano la programmazione degli interventi sulle strade, l’esenzione del bollo per chi ha disabilità agli arti superiori, l’utilizzo del riparto del fondo nazionale per la montagna.

È quindi intervenuta la relatrice di minoranza, Maura Catellani (Lega): “Il Refit è concentrato- ha affermato- sull’identificazione delle leggi abrogabili o da modificare o da correggere. Ma non è solo questo, perché abbiamo anche adottato provvedimenti che presuppongono scelte politiche”. L’articolo 4 è risultato in contrasto con l’articolo 28 dello Statuto regionale ed è stato soppresso. C’è un mio emendamento che rimanda il punto sulla Fondazione Toscanini al fine di una revisione dei criteri delle nomine in relazione allo statuto”. Alcuni punti dove non c’è stato riscontro, ha detto la consigliera, hanno riguardato la montagna, gli interventi sulle strade e la semplificazione edilizia “e abbiamo chiesto di restituirne la competenza all’Assemblea”.

Igor Taruffi (Emilia Romagna Coraggiosa), sul collegato, ha ribadito l’importanza di destinare risorse alla montagna, “si definisce una quota per la manutenzione stradale”, citando il comune bolognese di Camugnano, “particolarmente grande ma con solo 1.800 abitanti”. Il consigliere ha poi parlato di semplificazione amministrativa (citando anche la stessa legge regionale sulle semplificazioni), sollecitando modifiche, e ha chiesto di rivedere anche la legge urbanistica (richiesta, quella sulla legge di pianificazione urbanistica, che ha trovato il favore anche del consigliere Pompignoli). È poi intervenuto sull’ordine del giorno, di Rancan e altri, attraverso il quale si richiede al governo nazionale l’abolizione del coprifuoco, “non c’entra niente con la legge europea e poi non sposta nulla”.

Nella discussione, il capogruppo della Lega, Matteo Rancan, dopo aver ricordato il ruolo degli infermieri nella pandemia, definendoli “eroi”, ha chiesto alla Giunta di prevedere trattamenti economici adeguati magari usando i fondi del Recovery Fund e del Pnrr. Rancan ha presentato un‘ordine del giorno (sottoscritto anche da Zappaterra, Mastacchi, Castaldini e Pigoni) che chiede di spostare i limiti degli orari per gli spostamenti fino ad arrivare alla cancellazione del cosiddetto coprifuoco, “nel più breve tempo possibile, entro maggio. L’Emilia-Romagna torni a essere una regione libera. La Giunta solleciti il governo”.

Per Michele Barcaiuolo (Fdi), che ha citato la Costituzione, “la libertà di circolazione e di movimento è un diritto fondamentale del cittadino, le limitazioni devono essere motivate, ma l’odg non dice nulla. C’è chi ha delle responsabilità per quanto accaduto, il sistema economico è in ginocchio, peraltro il coprifuoco, una minaccia malcelata, non limita i contagi”. Fratelli d’Italia ha poi presentato un emendamento all’odg, ha spiegato Marco Lisei, per richiedere al governo nazionale di “revocare tutte le norme che limitano gli spostamenti durante il cosiddetto coprifuoco”.

L’ordine del giorno è stato approvato dall’Assemblea. Non è invece stato acconsentito il voto dell’emendamento di Fdi.

(Gianfranco Salvatori e Cristian Casali)

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