Ambiente e territorio

Linee strategiche per il Piano rifiuti regionale: il dibattito in Aula

Discussione molto partecipata nella seduta pomeridiana dell’Assemblea legislativa a seguito della presentazione delle linee strategiche da cui si originerà il prossimo piano regionale dei rifiuti

Partecipata e accesa la discussione in Aula sulle linee strategiche da cui prenderà le mosse il nuovo Piano regionale dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati. Un Piano che ruota attorno a due assi strategici: la promozione dell’economia circolare e la definizione delle strategie per la riduzione dei rifiuti e degli sprechi. Con un preciso obiettivo: una transizione ecologica che riconosca l’importanza delle materie prime, che vanno risparmiate, e il valore del recupero dei rifiuti e della conservazione della natura.

Il dibattito

Per Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) “siamo sulla buona strada”, anche considerando l’aumento di rifiuti prodotto in epoca di pandemia, ma c’è necessità di “un ulteriore piano di azioni da programmare soprattutto per quanto riguarda il tema della prevenzione”. L’accelerazione sulla diffusione della tariffa puntale si rivela quindi necessaria, secondo la consigliera, perché “anche se non ha interessato tutti i comuni e ci sono state difficoltà, è comunque un elemento decisivo su cui puntare”. Secondo Bondavalli è anche condivisibile la possibilità di “elevare ulteriormente il traguardo della differenziazione dei rifiuti portandolo all’80%”. E, per quanto riguarda i rifiuti speciali, “l’obiettivo è l’autosufficienza regionale per lo smaltimento”.

Michele Facci (Lega) condivide gli obiettivi “astratti e generali proposti per il prossimo piano dei rifiuti, soprattutto per la sensibilità verso la transizione ecologica, però dobbiamo calare queste enunciazioni nella realtà, che è molto differente”. Due i problemi, per il consigliere bolognese : “in primis -continua Facci- si tratta della tariffazione puntuale. Noi saremo anche la prima Regione ad aver legiferato in materia, ma il 26% dei comuni che hanno adottato tale misura certifica un sostanziale fallimento sul tema”. Altro problema per Facci è poi quello delle multiutility che presiedono il settore del rifiuto e dello smaltimento, che, perseguendo logiche di redditività, “sono del tutto incompatibili con gli obiettivi del prossimo piano, che prevede un netto calo nella produzione che deve garantire un sensibile calo nei costi applicati ai cittadini di questa Regione”.

“Non stiamo parlando solo degli obiettivi strategici del prossimo piano rifiuti ma anche delle bonifiche – sottolinea la consigliera del Movimento 5 stelle, Silvia Piccinini – che rivendica “una battaglia d’ambiente e di civiltà che ho combattuto con orgoglio. La bonifica è un problema storico che affligge i nostri territori: basti dire che ci sono 315 siti aperti con iter di bonifica in corso. E’ importante che la Regione faccia la sua parte per il risanamento dei siti inquinati”. E sulla questione rifiuti, Piccinini sottolinea pro e contro del documento. “Necessario cambiare passo sulla tariffa puntuale, spingere di più sulla raccolta porta a porta, che responsabilizza i cittadini. E sui rifiuti speciali- continua- bisogna lavorare d’intesa con le Regioni vicine e sperimentare soluzioni nuove”.

Per Silvia Zamboni (Europa Verde) vi sono alcune note positive in queste linee strategiche e alcune criticità. “Innanzitutto leggo come una vittoria di Europa Verde, che propose una specifica risoluzione in merito, l’allestimento con pannelli fotovoltaici delle aree di superficie delle discariche esaurite”. Sulle criticità, invece, Zamboni rileva la necessità di aggiornare la legge sull’economia circolare del 2015, così come è necessario il potenziamento di Atersir, che deve diventare concretamente “un fondamentale cuscinetto tra multiutility e comuni nella gestione e tariffazione del servizio rifiuti”. Nell’elaborazione del piano vero e proprio, comunque, la capogruppo auspica che venga confermato il limite dei 110 chilogrammi annui pro capite di produzione di rifiuto non riciclabile che si può aggiungere al compostaggio di prossimità insieme alla priorità per il riuso e riciclo degli oggetti.

Fabio Bergamini (Lega) interviene sulla questione del termovalorizzatore di Ferrara sollevata da Fabbri. “La Giunta del Comune di Ferrara ha dato parere negativo a un aumento di rifiuti da bruciare nell’inceneritore a tutela dei cittadini. Sono dispiaciuto che alcuni organi tecnici non ci abbiano voluto difendere come amministrazione comunale”.

Di “scontro politico tra chi percepisce la raccolta differenziata come un fine piuttosto che uno strumento” parla invece Stefano Caliandro (Pd). Per il consigliere bolognese l’economia circolare che entro il 2035 impone la riduzione nella produzione del rifiuto rappresenta “uno scatto evolutivo, soprattutto se consideriamo l’unicità della situazione attuale che fa registrare un fortissimo incremento nella produzione dei rifiuti derivanti da prodotti monouso”. Per Caliandro la riduzione degli sprechi non è solo un pezzo della neutralità climatica che dobbiamo perseguire, ma rappresenta quel trait d’union tra presente e futuro dato dalle politiche di prevenzione ambientale ben contemplate nel Patto per il lavoro e il clima”.

Per Simone Pelloni (Lega) sono “pochi gli obiettivi raggiunti con il precedente piano se si eccettua l’autonomia nella gestione dei rifiuti urbani grazie anche alla rete degli inceneritori, che comunque insistono su zone molto inquinate”. Il consigliere modenese, poi, non condivide una certa impostazione che porta alla “colpevolizzazione del sistema produttivo a causa degli imballaggi che spesso sono richiesti da specifiche norme di legge” e conferma una certa delusione perché “in queste linee strategiche non si apprezzano chiare scelte di campo come avrebbe richiesto un documento che si richiama a linee strategiche. Sul rapporto tra comuni e multiutility, infine, Pelloni conclude con una riflessione: “Come mai uno tra i comuni più virtuosi in tema di riciclaggio è Forlì che è ben al di fuori dal sistema di quelle grandi società che, essendo quotate in Borsa, perseguono la logica del guadagno?”.

Soddisfatto anche Federico Amico (ER Coraggiosa): “Il piano non è solo legato alla gestione dei rifiuti ma si inserisce in un contesto complessivo su provvedimenti da prendere anche in merito alla Strategia di sviluppo intelligente. Mi riferisco allo sviluppo delle tecnologie per il riuso e ai nuovi strumenti di riciclaggio che sono elementi su cui puntare per portare la nostra Regione alla testa di una rivoluzione verde complessiva”. Il consigliere sottolinea poi l’importanza di coinvolgere anche le multiutility in questa strategia, affinché anche loro si facciano carico di questi obiettivi strategici. “Tutti gli attori devono essere coinvolti: la politica, le amministrazioni, ma anche i gestori degli impianti di raccolta rifiuti e le imprese, che devono essere accompagnati in questo percorso” spiega.

Particolarmente incentrato sulla situazione della provincia di Forlì-Cesena l’intervento di Massimiliano Pompignoli (Lega) che stigmatizza “la totale mancanza di direzione che la Giunta si propone per il futuro”. Pompignoli, ricorda come nella provincia romagnola operi una società in house “che ha oltrepassato di molto gli obiettivi indicati dal precedente piano per il 2020, ma che, nonostante ciò, continua ad avere due inceneritori sul proprio territorio a fronte di un tasso di raccolta differenziata che ha raggiunto l’82%”. Il consigliere, rilevando come le decisioni regionali non abbiano sostenuto gli sforzi chiesti ai cittadini della zona, sottolinea come non possano essere appaltate alle multiutility scelte che mirano a tutelare e premiare la popolazione più responsabile”.

Secondo Igor Taruffi (ER Coraggiosa) è necessario inserire il documento “all’interno della cornice del Patto per il lavoro e clima, dove bisogna collocare tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione che hanno a che fare con l’ambiente”. Fra gli obiettivi da perseguire entro il 2027 il consigliere ricorda lo smaltimento dei rifiuti speciali. “Pur nella consapevolezza che abbiamo strumenti limitati, è necessario rivedere il rapporto con le multiutility, che deve essere dialettico, perché dobbiamo tutelare gli interessi generali della collettività e non il profitto. Dobbiamo dare regole. E poi, fra gli obiettivi da perseguire entro il 2027, credo che potremo lavorare sulla riduzione del numero di termovalorizzatori presenti nella nostra regione”.

Luca Sabattini (Pd) da relatore di maggioranza del precedente piano rifiuti, si compiace perché non è stato messo in discussione il concetto dell’autosufficienza regionale sui rifiuti urbani “e questo aspetto non era così scontato”. Il consigliere modenese si concentra poi sul tema dei rifiuti speciali, che dovrà essere oggetto di un’attenta programmazione poiché “la transizione ecologica non la si fa senza un sistema industriale partecipe e responsabile su cui non possono gravare pregiudizi etici di alcun tipo”. Ulteriori spazi di manovra per il prossimo piano, secondo Sabattini, devono poi includere tutta una serie di chiarimenti normativi al governo nazionale, mentre sul piano delle bonifiche, “oltre all’individuazione delle varie aree, si tratterà anche di pianificare gli interventi in maniera molto concreta”.

Marcella Zappaterra (Partito democratico): “Questo documento tiene conto degli effetti della pandemia, che hanno portato a una crescita dei rifiuti monouso e del packaging degli acquisti online, ma non solo”. La consigliera ricorda fra le parole chiave del documento “la sostenibilità ambientale”, la “promozione dell’economia circolare”, e la transizione verso un modello di sviluppo centrato sul “valore delle materie prime che devono essere risparmiate. Dobbiamo accelerare il passaggio verso un modello di crescita rigenerativa che restituisca al pianeta più di quanto prende- spiega-. Anche il piano di bonifica si inserisce in questo contesto. Ci vogliono scelte impopolari nell’immediato ma serie per il futuro, servono responsabilità e pragmatismo”.

Secondo Andrea Costa (Pd) per valutare le linee strategiche da cui prenderà le mosse il prossimo piano “bisogna partire dai dati, che ci dicono come il 73% della raccolta regionale sia un numero ben superiore ai target europei. La sussistenza in tema di rifiuti urbani, il fatto che la Regione non sia mai andata in emergenza su questo tema e soprattutto che sui rifiuti non vi siano mai state infiltrazioni criminali sono temi che vanno adeguatamente sottolineati”. Per il consigliere reggiano la sfida per il futuro non è tanto la conversione delle aziende che gestiscono il rifiuto, “cosa in gran parte avvenuta, bensì il miglioramento della qualità del prodotto finale su cui lavorare per creare una filiera industriale innovativa ed efficiente”.

Intervenendo al termine del dibattito (la discussione è stata sospesa e riprenderà giovedì 27 maggio con tre Ordini del giorno), l’assessore Irene Priolo, ha di nuovo sottolineato come “il Piano strategico deve essere credibile e gli obiettivi dati devono tradursi in obiettivi raggiunti. Questo significa lavorare sul sistema di sviluppo territoriale.

L’assessore ha poi garantito ai consiglieri che “molte domande avranno risposta”. Poi è passata ad analizzare i diversi punti evidenziati in Aula. “Il cittadino- ha detto- è centrale nella costruzione del Piano e la sua sensibilità e la sua consapevolezza sono aumentate nel tempo”. Sulla discarica di Baricella, in provincia di Bologna, ha sottolineato come “il documento è chiaro, quella discarica non c’è. Abbiamo scritto al sindaco e siamo in giudizio, pronti ad andare avanti. La differenza è tra gli impianti per rifiuti speciali, che rispondono al mercato, e quelli per rifiuti urbani, rispetto ai quali c’è l’autosufficienza”.

Dopo essersi detta d’accordo sulla modifica della legge 16 del 2015 sull’economia circolare, Priolo è passata alla tariffazione puntuale ammettendo che c’è stato il mancato raggiungimento degli obiettivi “ma nei Comuni dove c’è, la media pro capite di rifiuti è 598 kg per abitante, dove non c’è invece è di 667 kg”. E i Comuni che adottano la tariffa andranno premiati. Il piano delle bonifiche delle discariche va fatto, ha chiosato l’assessore, e va legato al piano dell’energia.

Sul trattamento dei rifiuti, “una parte non compattabile nei termovalorizzatori esisterà sempre, ma noi non pianifichiamo più discariche. In regione 744mila tonnellate di rifiuti finiscono negli inceneritori, rispetto a 3 milioni di tonnellate prodotte. Aumenteremo la differenziata e il tasso di riciclo, grazie all’economia circolare. Le attuali 50mila tonnellate di indifferenziata nelle discariche non dovranno essere più prodotte. Sarà complesso arrivare a oltre il 65% di tasso di riciclo: dobbiamo migliorarci, oggi siamo al 63% e arrivare a 70% è possibile. Lavoreremo sulle frazioni carta-cartoni e plastica”.

(Luca Boccaletti, Gianfranco Salvatori e Francesca Mezzadri)

[segue comunicato su approvazione ordini del giorno e voto finale]

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