Governo locale e legalità

LUOGHI CULTO. PDL FOTI (FDI): STOP A VARIANTI URBANISTICHE PER AUTORIZZARE INSEDIAMENTI E STOP ASSOCIAZIONI CULTURALI NATE PER LORO GESTIONE

LUOGHI CULTO. PDL FOTI (FDI): STOP A VARIANTI URBANISTICHE PER AUTORIZZARE INSEDIAMENTI E STOP ASSOCIAZIONI CULTURALI NATE PER LORO GESTIONE

La pratica di utilizzare costruzioni per attività diverse da quelle per le quali sono state realizzate, quando non tenga conto delle leggi sul governo del territorio, non può essere considerata legittima soltanto perché riguarda -in generale -il diritto al culto.

È quanto afferma Tommaso Foti (Fdi) in premessa ad un progetto di legge, presentato in Regione a sua firma, con lo scopo “di porre fine alla pratica di cambiare destinazione d’uso a locali pubblici o privati adibiti a centri culturali allo scopo di adibirli a luogo di culto, pur in assenza di modifiche ai piani urbanistici, e al contempo di fermare le varianti urbanistiche ai piani vigenti che consentano l’insediamento di luoghi di culto”.

Sul territorio regionale, scrive il consigliere nella relazione al progetto di legge, si assiste “al sempre più diffuso fenomeno della proliferazione di associazioni qualificate come Associazioni di promozione sociale (Aps) che, nei fatti, hanno come funzione esclusiva o prevalente quella di gestire luoghi di culto per le comunità islamiche in immobili privi dei requisiti urbanistici, strutturali e di sicurezza, necessari”. Tuttavia, chiarisce Foti citando al riguardo alcune sentenze del Consiglio di Stato, “la Giustizia Amministrativa in materia è univoca nel considerare come incompatibile con l’attività di promozione sociale ogni attività di culto, anche se congiunta con altre attività”.

Ad avviso del consigliere è quindi auspicabile che per l’insediamento dei luoghi di culto, le amministrazioni locali predispongano all’interno delle norme tecniche di attuazione degli strumenti urbanistici, “apposite zone destinate ai servizi di quartiere, tra le quali sia specificamente prevista la categoria ‘AR attrezzature religiose esclusi i conventi’”. E proprio perché l’insediamento di luoghi di culto “non è un fatto imprevedibile, soprattutto se riferito alla programmazione urbanistica con validità quinquennale”, Foti ritiene che la legge debba prevedere il divieto di approvazione da parte del Consiglio comunale di varianti urbanistiche finalizzate all’insediamento dei luoghi di culto.

Di qui, in due articoli, le proposte contenute nel progetto di legge. L’articolo 1 modifica la ‘Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio’ (art 34 – L.r. 20/2000) introducendo il “divieto di apportare modifiche al Piano Operativo Comunale, nel suo periodo di vigenza, che consentano l’insediamento di luoghi di culto”. L’articolo 2 modifica le ‘Norme per la valorizzazione delle associazioni di promozione sociale’ (articolo 2 L.r. 34/2002) e specifica che tra le associazioni sono sì previste quelle dedite “alla ricerca e promozione culturale, etica e spirituale (come già prevede la norma vigente), con una specifica: ‘ma non all’attività di culto’”. Una modifica quest’ultima – spiega Foti – che “appare doverosa” in quanto l’attuale norma regionale “funge da grimaldello per aggirare le disposizioni di legge vigenti da parte di coloro che vogliono realizzare non sedi di associazioni di promozione sociale ma luoghi di culto, avvalendosi della equivoca definizione dettata dalla norma vigente per il riconoscimento giuridico delle predette associazioni”.

(is)

 

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