Governo locale e legalità

Lega nord chiede l’impegno della Giunta per contrastare la criminalità nigeriana

I consiglieri, in un’interrogazione, chiedono inoltre all’esecutivo regionale di studiare le possibili interrelazioni tra questo tipo di malavita e la presenza in Italia di migranti e richiedenti asilo

I nove consiglieri del gruppo Lega al completo

“La Giunta avvii, coordinandosi con l’autorità giudiziaria, le autorità di pubblica sicurezza e gli enti locali, iniziative per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata nigeriana al pari di quanto sta facendo contro le mafie nazionali presenti sul territorio regionale”. A chiederlo, in un’interrogazione all’esecutivo regionale, è la Lega Nord, primo firmatario Alan Fabbri.

I consiglieri del Carroccio chiedono inoltre alla Giunta “di utilizzare parte dei fondi recentemente stanziati per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso per studiare le possibili interrelazioni tra questo tipo di malavita e la presenza in Italia di migranti e richiedenti asilo”.

Nell’ultimo rapporto dello scorso maggio pubblicato dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli studi di Milano, si legge nell’atto ispettivo, si indica che “in Emilia-Romagna agisce da tempo e sta radicandosi sempre più la mafia nigeriana (insediata soprattutto nei territori di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ravenna e Rimini ma in espansione anche nelle altre province)”, attiva “in diversi settori, dal traffico di sostanze stupefacenti alla ricettazione, fino alla tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione”.

La mafia nigeriana, rimarcano Fabbri e colleghi “si sta rivelando sempre più violenta e pericolosa, recluta la propria manovalanza soprattutto tra migranti irregolari, presunti profughi e richiedenti asilo, avvalendosi di associazioni etniche e agenzie di money transfert come copertura per traffici di droga e prostituzione”. La proliferazione di questa organizzazione criminale, concludono i consiglieri, “è stata senza dubbio agevolata dall’atteggiamento buonista verso l’immigrazione clandestina: manca, da una parte, la volontà di frenare l’ingresso in Italia di migranti irregolari e, dall’altra, di prevedere procedure efficaci per il rimpatrio”.

L’atto è stato sottoscritto anche da Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Stefano Bargi, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.

(Cristian Casali)

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