Una Commissione speciale d’inchiesta dalla durata triennale, e senza alcun onere per il bilancio regionale, finalizzata a migliorare l’azione della Regione nel prevenire e sradicare i fenomeni di criminalità organizzata e mafiosa: è quanto chiedevano i nove consiglieri della Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, che hanno depositato una formale istanza in Assemblea legislativa per l’istituzione della Commissione, come previsto dallo Statuto regionale e dal Regolamento interno. La richiesta è stata respinta dall’Aula, con il voto contrario di Pd e Sel, e il voto favorevole di Ln, M5s, Fdi-An e Fi.
A sostegno della richiesta sono intervenuti Rainieri, Gabriele Delmonte e Matteo Rancan (Ln), Giulia Gibertoni e Gian Luca Sassi (M5s), Tommaso Foti (Fdi-An), mentre Antonio Mumolo (Pd) ha motivato il parere contrario della maggioranza.
Secondo i consiglieri della Ln, l’esigenza di dotarsi di uno specifico strumento d’azione dell’Assemblea legislativa deriva “dai fatti emersi attraverso ripetute vicende giudiziarie, e da vicende amministrative o di cronaca che testimoniano come la criminalità organizzata stia infiltrandosi pesantemente nell’economia e nella società regionale”. La Commissione speciale d’inchiesta, a differenza di altri strumenti consultivi per l’indagine dei fenomeni mafiosi previsti dalla legislazione regionale, “consentirebbe di coinvolgere con la necessaria continuità anche le minoranze rappresentate in Assemblea legislativa”. Si tratterebbe, hanno spiegato, “di uno strumento utile anche a dare risposte urgenti a Enti locali, singoli cittadini e categorie economiche che si trovano ad agire in condizioni di incertezza”. Inoltre, “l’attribuzione della questione legalità fra le materie della Quinta commissione assembleare e le rare convocazioni della Consulta istituita nell’estate scorsa fanno pensare che si assista a una grave sottovalutazione, da parte della maggioranza, della gravità del fenomeno”. Rainieri ha poi ricordato le “minacce” ricevute dal consigliere Delmonte da uno degli imputati del processo Aemilia.
Gibertoni e Sassi (M5s) hanno dichiarato il sostegno alla richiesta di Commissione d’inchiesta, organismo già chiesto dal Gruppo M5s in passato senza che l’Aula approvasse. “Appare ragionevole il timore che il livello di infiltrazione sia nettamente superiore alla consapevolezza della politica, perciò sarebbe assai utile una commissione permanente in grado di attivare un confronto costante con la Commissione parlamentare Antimafia, che ha sollecitato le Regioni a dotarsi di organismi simili”.
Dal consigliere Foti (Fdi-An) è venuto il suggerimento, dichiaratamente “provocatorio”, di “abrogare l’articolo dello Statuto che prevede la possibilità di istituire Commissioni speciali d’inchiesta, visto che la maggioranza trova sempre un motivo per negarne l’utilità e rimandare a strutture già esistenti. Ricordo- ha aggiunto- che la scorsa settimana è stata bocciata la richiesta di istituire una Commissione sulle elezioni per i consigli dei Consorzi di bonifica, e oggi è arrivata la notizia che uno dei principali Consorzi è stato commissariato”.
Il parere negativo espresso dal consigliere Mumolo (Pd) – che ha espresso solidarietà al consigliere Delmonte – discende “non dalle premesse della proposta, largamente condivisibili, ma dal fatto che tutto quel che si vorrebbe fare con la Commissione d’inchiesta è già possibile farlo con gli strumenti esistenti: in particolare, la Prima commissione assembleare, l’Osservatorio sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, rafforzato lo scorso anno dalla nuova legge regionale, che ha poi istituito la Consulta per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità, a cui partecipano i capigruppo in Assemblea, che si è già riunita quattro volte e sta affinando il Testo unico sulla legalità. Una commissione assembleare d’inchiesta- ha chiuso l’esponente Pd– non potrebbe fare nulla di più di quanto è già possibile fare utilizzando questi strumenti”.
(rg)