“L’alluvione del settembre 2015, che ha interessato parte della provincia di Piacenza (Val Nure e Val Trebbia), ha causato ingenti danni economici e patrimoniali alle attività produttive e ai privati per un totale stimato di 29,8 milioni di euro”, mentre “gli eccezionali eventi atmosferici hanno causato, nello stesso periodo, danni per un totale di circa 170 milioni di euro nell’intero territorio regionale”.
Lo affermano i consiglieri del gruppo Lega nord in un’interrogazione, di cui è primo firmatario Matteo Rancan, dove riferiscono che “l’ordinanza 374/2016 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Protezione Civile, in vigore dal 21 agosto 2016, ha definito i criteri per la determinazione e concessione di 45 milioni di euro di contributi complessivi (a fronte dei 170 milioni di euro necessari) per tutte le emergenze nella regione Emilia Romagna tra il 2013 e il 2015 ai soggetti privati, sia per i danni al patrimonio edilizio abitativo e ai beni mobili sia per i danni alle attività economiche e produttive”. I contributi- sottolineano- copriranno quindi “una percentuale dei danni subiti variabile in base al tipo di danno segnalato” e, “tra i danni non ammessi ai contributi, rientrano le pertinenze distinte dall’unità abitativa, i beni mobili registrati (auto, motocicli, ecc…) e i fabbricati in costruzione”.
Gli esponenti della Lega segnalano anche che “il contributo massimo per ogni richiesta di risarcimento è di 150.000 euro” e che “percentuali e importi potranno essere ridotti dalla Regione in base alle richieste pervenute, per restare entro i 45 milioni di euro a disposizione per tutte le calamità dell’Emilia Romagna”.
Visto che “la stima dei danni a livello regionale è di circa 170 milioni di euro, mentre i contributi previsti dall’ordinanza ammontano a 45 milioni di euro (coprendo solo il 26% circa del totale dei danni),- scrivono- appare ovvio che le richieste di risarcimento sforeranno quasi sicuramente questo tetto”, per cui “la Regione potrà intervenire modificando percentuali e importi”, con un “quasi certo ritoccamento dei contributi al ribasso”. “L’ammontare dei risarcimenti, quindi,- aggiungono- non coprirà l’intero costo di messa in sicurezza e ristrutturazione degli immobili danneggiati, costringendo i privati a sforzi economici notevoli, talora non sostenibili”, così come “l’esclusione delle pertinenze e dei beni mobili registrati” e anche quella “dei fabbricati in costruzione” risultano “decisamente sfavorevoli per i privati colpiti dall’alluvione”.
I consiglieri puntano anche il dito sull’ordinanza 2/2014 del Presidente commissario delegato della Regione Emilia Romagna, relativa all’alluvione e alle trombe d’aria che colpirono la provincia di Modena tra il 2013 e il 2014, che “prevedeva, tra i beni risarcibili, anche i beni mobili registrati, le pertinenze e tutti i fabbricati a esclusione di quelli non ancora iscritti al catasto e/o abusivi”. In questo caso, si verificherebbe – a parere dei firmatari- “una chiara iniquità di trattamento delle popolazioni alluvionate, costringendo gli alluvionati del settembre 2015 a fronteggiare i danni subiti con esborsi economici insostenibili”.
Rancan e colleghi chiedono quindi alla Giunta se intenda includere tra i danni ammessi a contributo anche pertinenze, beni mobili registrati e fabbricati in costruzione e se sia intenzionata ad assicurare una percentuale minima di risarcimento per i danni subiti dall’alluvione del settembre 2015, a fronte del fatto che i parametri massimi inseriti nell’ordinanza 374/2016 sono variabili e non vincolerebbero la Regione ad alcuna percentuale o importo minimo di rimborso.
Hanno sottoscritto l’interrogazione: Matteo Rancan, Alan Fabbri, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Fabio Rainieri, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
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