Ambiente e territorio

Mastacchi (Rete Civica): risolvere i problemi causati dalla frana a Villa Sassonero

Nell’atto ispettivo il capogruppo ricorda i danni prodotti dal movimento franoso nel comune di Monterenzio

Tutelare chi ha avuto danni a seguito della frana di Villa Sassonero. È la richiesta avanzata da Marco Mastacchi (Rete Civica) il quale ricorda la situazione nel comune bolognese di Monterenzio a seguito della frana verificatasi nel febbraio 2023.

“A fronte di una frana -sottolinea il capogruppo- che ha prodotto danni serissimi alle abitazioni, che al momento risultano completamente inutilizzabili, ai locali di un’azienda ricettiva e che ha inoltre lesionato le strutture di un allevamento della zona, che ha visto crollare il proprio capannone, sono tutt’ora molto incerte le cause che hanno prodotto tale movimento”.

Oltre al fenomeno di acqua sorgiva stagnante nel sottosuolo fino a profondità di oltre 10 metri, si pensa che tra le cause vi sia anche la risalita di fluidi e idrocarburi profondi tali da creare un sistema di concause molto complesso e “quindi la responsabilità dell’accaduto non può essere imputata alle acque piovane ma, al contrario, deve essere correlata alla presenza di sorgenti abbandonate”.

Il consigliere sofferma poi la propria attenzione sulla mancanza di manutenzione di antiche opere di captazione, tanto che proprio le sorgenti della zona “alimentavano un acquedotto dismesso alcuni decenni fa senza una valutazione corretta dei rischi che questo poteva comportare sul territorio”. Un rischio sottovalutato ma non sconosciuto, secondo Mastacchi, il quale sottolinea come il “versante di Villa Sassonero era stato ricompreso nel 2002 nella perimetrazione delle zone a rischio elevato e molto elevato di frana nell’ambito del Piano Stralcio dell’assetto idrogeologico (PSAI) da parte dell’Autorità di Bacino del Reno”.

A fronte dell’evacuazione subita dai soggetti coinvolti e del monitoraggio avviato per capire i motivi scatenanti lo smottamento, il capogruppo ricorda “come la comunità locale sia tutt’ora in attesa della classificazione precisa di calamità che ha colpito la zona per capire se, come e quando potranno demolire ed eventualmente ricostruire gli immobili danneggiati e per chiedere il rifacimento dei danni subiti”.

Dalla situazione descritta Mastacchi trae quindi il proprio atto ispettivo e chiede all’esecutivo anche il dettaglio delle azioni compiute “negli ultimi 22 anni per captare le sorgenti abbandonate ai fini di prevenire eventuali movimenti franosi, così come disposto a seguito della schedatura del rischio frana da parte dell’Autorità di bacino del Reno nel 2002”.

(Luca Boccaletti)

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