Scuola giovani e cultura

“Memoria del Novecento”: Museo ebraico e Istituti storici i capisaldi

Finanziata con un milione l’anno ha visto crescere nel triennio 2019-2021 le domande e per Pd-Lista Bonaccini i risultati sono positivi, critici Lega-Fdi-Rete Civica

E’ stata presentata la relazione sull’attuazione della legge regionale su “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno delle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna. Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah”. Se la maggioranza ha accolto con favore i risultati esposti dalla giunta, la minoranza ha espresso dubbi e sottolineato la mancanza di dettagli sui singoli progetti finanziati e se questi fossero in linea con le finalità della normativa.

La presentazione è avvenuta in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti. La presidente ha affermato che “i risultati oggi rappresentati dicono che intercettare la vivacità dei territori è stata una mission raggiunta. Le richieste, poi, sono crescenti. Sottolineo l’importanza di fare memoria rispetto alle nuove generazioni e lo sforzo di associazioni e istituti che hanno utilizzato nuovi linguaggi per raggiungere i giovani”.

LA LEGGE Secondo la giunta, la relazione sul triennio 2019-2021 è la più completa. La Regione investe circa un milione l’anno e circa il 50% dei finanziamenti è andato alla rete degli Istituti storici, il rimanente a bandi per i progetti di associazioni, Enti locali e  istituti. La Regione è subentrata alle Province con iniziative per sostenere l’attività degli istituti che (trasformati da soli centri studi sulla Resistenza) ora si occupano di tutto il 900. Sono centri di documentazione con archivi molto ricchi (è stato acquisito il patrimonio dei partiti del Novecento). Gli Istituti sono spesso biblioteche, centri a supporto della didattica della storia, hanno rapporti con università ed Enti locali, “sono gestori dei luoghi e dei percorsi della memoria”. Grazie ai fondi del Pnrr in futuro ci sarà l’impegno per la digitalizzazione degli archivi cartacei, così da rendere possibile l’accesso e la ricerca da ogni parte del mondo. Di recente, inoltre, la Regione, è entrata anche nel Museo ebraico e della Shoa nella direzione di un sostegno economico (il 20% di quanto previsto dalla legge) e di un intervento significativo sulla memoria. Dalle 105 domande del 1° triennio si è passati alle 204 del secondo. Dal 2016, anno del varo della legge e del primo bando, al 2021 i numeri sono triplicati: da 23 domande si è saliti a 77, con un impegno costante di risorse, per circa 420mila euro l’anno, per un totale di 1,2 milioni nell’ultimo triennio.

I PROGETTI In commissione sono anche stati presentati alcuni dei tanti progetti finanziati. Tre lavori sono stati dedicati ai giovani: l’associazione Hamelin di Bologna con il progetto Xanadu, per promuovere la lettura tra i 12 e i 17 anni (10mila euro nel 2019 e 2020), comprendendo libri, fumetti e film.

Per ricordare il 75esimo anniversario della Repubblica di Montefiorino (Modena) durante la guerra e la lotta partigiana è stato presentato il gioco da tavolo “Repubblica ribelle” (nel 2019 ha ricevuto 12mila euro).

L’associazione Atrium di Forlì, ha voluto proporre agli studenti delle scuole secondarie le architetture dei regimi totalitari, come cioè l’urbanistica costruisce il consenso al regime.

Ci sono poi state 3 manifestazioni, 2 festival e un archivio sonoro. A Mirandola (Modena) si è tenuto il Memoria festival, serie di spettacoli (nel 2019, finanziato con 15mila euro).

900 Fest: Festival di storia del Novecento, della Fondazione Alfred Lewin, si è tenuto a Forlì (2019-20, 25mila euro), studi sulle dittature e i totalitarismi, con incontri aperti a tutti.

Civicwiese Italia di Modena, ha realizzato Afor, l’archivio delle fonti orali (2019-21, 30mila).

Sono seguiti tre progetti teatrali. Archivio Zeta Bologna-Firenzuola (3 anni 58mila) con un omaggio a Calvino, con “Nidi di ragno”. Oltre al teatro ill progetto prevedeva 8 sentieri da percorrere per capire come è nata la violenza sotto fascismo e nazismo.

Mamimò di Reggio Emilia ha presentato Officine Reggiane: crocevia di comunità. La storia, attraverso i documenti di operai e dirigenti, di una grande industria dell’epoca, anche della difesa dove venivano anche collaudati aerei da guerra (28mila, 2019 e 2020).

A Ferrara, l’associazione Ilturco ha portato in scena “C’era una volta il Lanificio Hirsch, un documentario online sulla storia dell’azienda di proprietà di un industriale ebreo di origini tedesche (2020, 5mila euro).

Tra i progetti di 900ER, la rete dei 12 istituti storici regionali, si trovano ER review, viaemila ’68, le origini fascismo in regione e la marcia su Roma, lo squadrismo tra il 1919 e il 1922, memoria  in cammino, e c’è anche la piattaforma dell’Istituto Cervi (che ha un proprio canale online).

IL DIBATTITO Il consigliere Michele Facci (Lega) sottolineare che “ciò che difetta è la completezza di informazione. Il 70-80% dei contributi sono andati a associazioni private e associazioni pubbliche. Non ci sono, però, dettagli sui progetti. Quelli finanziati rientrano nelle finalità della legge? E’ impossibile un giudizio di merito, perché non si conoscono. Ad esempio, non si qual è il progetto, con il contributo di 5mila euro, dell’associazione Arcigay Il Cassero per valorizzazione la storia Lgbtq. In una sezione del sito dell’associazione, pagina Cassero salute, ci sono riferimenti all’uso dei sex toys spiegati nel dettaglio. Ma questo è in linea con gli obiettivi della legge sulla memoria?”.

Per Marco Fabbri (Partito democratico) “è stato colto in pieno lo spirito originario della legge: sono state regolamentate tante iniziative prima disomogenee, Nel nostro territorio, c’è una forte vocazione alla memoria del 900. Ho visitato molte realtà che hanno realizzato progetti nel ferrarese. L’uso della memoria non è solo un diritto, ma anche un dovere. Dimenticare è eticamente sbagliato e storicamente ingiusto. La legge ha anche contribuito, nel 2021, all’ingresso della Regione nella fondazione Meis. E valorizza i progetti trasversali che si occupano del 900: storia delle donne, migrazioni, pace, marginalità e altri. Credo che la legge 3 debba continuare a essere sostenuta e alimentata”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha affermato che “gli istituti di storia sono importanti centri raccolta e funzionalità. Dovrebbero, però, essere aggregati agli archivi degli Enti locali, per una intera storia dei territori e non solo di quella di alcuni periodi. La selezione, inoltre, va fatta sugli interessi suscitati dalle iniziative”.

Anche Marco Mastacchi (Rete Civica) ha evidenziato che “i progetti andrebbero conosciuti meglio e non proporre solo il titolo. Ad esempio, la Resistenza in Emilia-Romagna è ancora un periodo molto discusso. Sarebbe importante avere garanzia che i contenuti abbiano una diversificazione dei messaggi. Così come i progetti legati alla strage di Ustica: esistono diversi approcci anche giudiziari e con sentenze opposte. L’attività è molto importante, ma serve un metodo di valutazione dei progetti”.

Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha ricordato come “Enti locali e associazioni apprezzino questa legge. Condivido con Mastacchi l’importanza di un monitoraggio e di una valutazione dei progetti, ma non con Facci, perché o c’è una valutazione su un progetto o l’intervento è fuori luogo”. Facci ha replicato che “o un progetto è conosciuto, e quello del Cassero non c’è, o si può dire tutto e contrario di tutto. L’associazione percepisce denaro pubblico, l’educazione sessuale rientra nel progetto? Il mio non è un intervento fuori  luogo”. Facci ha dichiarato che chiederà all’assessorato gli atti per conoscere i singoli progetti.

L’assessore alla Cultura, Mauro Felicori, ha replicato affermando che “a domanda rispondiamo. Magari in tre anni possiamo anche aver sbagliato, ma il lavoro è stato fatto bene. La legge sulla memoria serve per favorire la ricerca storica e non deve essere strumento di propaganda faziosa. E’ una preoccupazione legittima che ho sempre tenuto presente. Le discussioni sulla storia sono appassionanti, perché la pluralità riguarda tutti gli schieramenti. Cerchiamo di garantire che gli istituti finanziati si preoccupino della ricerca senza pregiudizi, aperta e pluralista. Che poi è il fine della ricerca scientifica. Noi siamo pronti a migliorarci”.

(Gianfranco Salvatori)

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