La Giunta “intervenga presso il Governo e in ogni più opportuna sede internazionale al fine di fermare il commercio di gommoni provenienti dalla Cina e diretti in Libia, un mercato che alimenta il traffico di essere umani”. A chiederlo, in una risoluzione, è Enrico Aimi (Fi).
Da inizio anno, si legge nell’atto d’indirizzo, “sul suolo italiano sono già sbarcati 160 mila clandestini, 7 mila in più di quanti ne sbarcarono in tutto il 2015”.
“A rendere ancor più penosa la condizione italiana- sottolinea il consigliere- è la consapevolezza che gli strumenti militari, pur consistenti, schierati davanti alle coste libiche non solo non possono far altro che da ‘traghetti’, imbarcando i clandestini e portandoli in Italia, ma non hanno neppure l’autorità per intercettare i carichi di gommoni destinati ai trafficanti”.
L’ammiraglio di divisione Enrico Credendino, comandante dell’operazione ‘Eunav For Med’, evidenzia Aimi, “durante un’audizione informale alle commissioni Esteri e difesa del Parlamento, ha dichiarato che ‘i gommoni vengono dalla Cina e arrivano in Libia passando da Turchia e Malta’, spiegando che ‘fanno un solo viaggio e si vede, la gomma è di scarsa qualità, non hanno il fondo, è quindi evidente che lo scopo è solo quello, ma non c’è nessun mezzo, purtroppo, per evitare che arrivino a destinazione’”.
“Con un po’ più di determinazione- conclude il consigliere- l’Italia e l’Europa potrebbero pretendere da Turchia e Malta maggiori controlli sui carichi di gommoni in transito”, o in alternativa “i militari italiani potrebbero intercettare i cargo prima che entrino in Libia per sequestrare il carico senza provocare danni a navi ed equipaggi”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)
(Cristian Casali)