“L’Italia ha già dato asilo e ospitalità a milioni di stranieri, spesso provenienti da Paesi in guerra tra loro, per questo sarebbe auspicabile monitorare la complessa situazione della nostra regione” prima di approvare nuove leggi sulla cittadinanza. Lo dichiara Enrico Aimi (Forza Italia) in riferimento al progetto di legge in discussione alle Camere sullo ius soli, la concessione della cittadinanza per chiunque nasca nella nostra nazione. L’obiettivo è quello di modificare l’attuale legge, la n. 91/1992, che, in base allo ius sanguinis, stabilisce che i figli di genitori stranieri nati in Italia abbiano diritto alla cittadinanza solo se, una volta diventati maggiorenni, dichiarino entro un anno di volerla acquisire e abbiano risieduto qui “legalmente e ininterrottamente”. La nuova legge invece introdurrebbe anche lo ius soli temperato che consentirebbe la cittadinanza ai figli nati in Italia da genitori che qui risiedono da almeno 5 anni e lo ius culturae per i minori che frequentano un ciclo scolastico di almeno cinque/sei anni in Italia.
Come sottolinea Aimi, è da circa tredici anni che in Parlamento si discute di una riforma in materia di cittadinanza. “La cittadinanza italiana” ribadisce l’azzurro “è uno status e non un vero e proprio diritto, al quale comunque conseguono dei doveri”. Ad esempio, non è escluso che “nei prossimi anni venga istituita la leva militare obbligatoria” e, rincara Aimi, “l’attuale momento storico sotto il profilo geopolitico evidenzia situazioni di fibrillazione nei rapporti internazionali, molti dei quali culminati in autentici e sanguinari conflitti”.
Il consigliere suggerisce quindi alla Regione di verificare, in caso di approvazione della norma, “il numero di coloro che potrebbero essere dichiarati cittadini italiani e di elaborare un piano per l’impatto che la nuova legge produrrebbe sul territorio regionale”.
(Francesca Mezzadri)