Scuola giovani e cultura

Migranti. Garavini, garante regionale minori, in commissione promuove ruolo “tutori volontari”

Oggi sono “solo 15 le tutele volontarie attive” per circa 1.200 minori stranieri presenti in regione, ma si punta a promuovere questa figura, coinvolgendo tutte le comunità

La Garante dei minori Clede Garavini

Al 30 aprile 2017, in Emilia-Romagna, i minori stranieri non accompagnati erano 1.160, sui 15.458 censiti a livello nazionale al 31 marzo, ma oggi potrebbero essere molti di più, intorno ai 1.200.

Lo afferma Clede Maria Garavini, garante dei minori della Regione Emilia-Romagna, in commissione Cultura, presieduta da Giuseppe Paruolo, illustrando un’informativa sui ‘tutori volontari dei minori’.

Si tratta di ragazzi in maggioranza maschi (93,6%), per l’88% circa dai 16 ai 17 anni, provenienti per lo più dall’Albania (40,6%), ma anche da altri paesi tra cui Gambia (12,5%), Nigeria (7,3%), Marocco (4,6%), Guinea (4,2%) che, appena arrivati, sono collocati in varie strutture di accoglienza.

La legge 47/2017 (Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati) – spiega la garante – nell’ottica dell’accoglienza di questi minori richiama l’attenzione su due tipi di interventi: l’affidamento famigliare e i tutori volontari, che sono persone disposte a prendersi cura dei minori diventando il loro punto di riferimento a livello educativo, ma anche per la tutela legale. Garavini punta ad un “ruolo attivo delle comunità locali”, ai vari livelli istituzionali, forme associative fino ai singoli cittadini, che dovrebbero farsi carico di questi giovani. E al garante – rileva – spetta il compito di sostenere e ampliare le reti già esistenti di questi soggetti o di crearle e sistematizzarle laddove dove non ci siano.

Per quanto riguarda i ‘tutori volontari’ sono tre i comuni emiliano-romagnoli che, a partire dal 2013/14, promuovono esperienze di tutela volontaria per i minori: Reggio Emilia, Bologna e Ferrara. Nel 2016 in regione sono state formate una quarantina di persone, ma sono “solo” 15 le tutele volontarie attive: “un’offerta limitata – commenta – rispetto al numero di minori presenti”. Di qui, l’impegno a coinvolgere su questo fronte i Comuni, attivando anche comunità religiose e centri di volontariato, ma anche a sostenere un’attività di promozione di questa figura che ha permesso di predisporre tra l’altro uno schema di accordo tra garanti regionali e presidenti dei Tribunali dei minori per la tenuta dell’elenco dei ‘tutori volontari’.

(Antonella Celletti)

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