Parità, diritti e partecipazione

Migranti. Ok in commissione a risoluzione ER Coraggiosa-Pd: “Aiuti ai profughi nel campo di Lipa (Bosnia)”

“Tremila persone al gelo e senza cibo. Occorre sensibilizzare i comuni della regione gemellati con paesi bosniaci per organizzare interventi sul posto. La Regione solleciti anche il governo a inviare aiuti e prema sull’Unione europea per soluzioni strutturali”

Sì al riconoscimento dell’emergenza umanitaria per i tanti profughi che si trovano nel campo di Lipa, in Bosnia. Sì anche alla sensibilizzazione dei comuni emiliano-romagnoli gemellati con città della zona in Bosnia per fornire aiuti alle persone che vivono al gelo e spesso con poco cibo. Istituire un coordinamento fra i Comuni per organizzare un intervento di emergenza, coinvolgendo Protezione civile e Organizzazioni non governative e, infine, inviare la risoluzione ai presidenti di Camera e Senato nonché al ministero degli Esteri “per sollecitare il governo a inviare aiuti alle persone e a promuovere a livello europeo e internazionale soluzioni strutturali efficaci in tema migrazione che prevengano l’insorgere di codeste situazioni inaccettabili”.

E’ stata approvata, in commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità – presidente Francesca Marchetti – la risoluzione sulle drammatiche condizioni di migliaia di persone nel campo profughi di Lipa. La risoluzione ha visto come primo firmatario il consigliere Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) insieme con il collega di partito Igor Taruffi e Palma Costi (Pd).

Amico ha ricordato che nel campo di Lipa sono stipate circa 3.000 persone, al freddo, in condizioni disumane, con poco cibo e vestiario. Fra di loro tanti anziani, bambini e ammalati. Le condizioni sono peggiorate dopo un vasto incendio che ha distrutto il campo. I profughi, provenienti da Afganistan, Pakistan, Siria, sono sottoposti a misure restrittive da parte delle autorità bosniache. Da tempo alcune Ong, con Caritas e Acli, forniscono aiuti e avvertono di una situazione al limite. “Queste persone- ha detto Amico- vivono in aree non attrezzate e la situazione è inaccettabile e grave. Il modello a cui guardare non è la Libia, dove si violano i diritti fondamentali. Bisogna soccorrere i profughi respinti, pensare a un coordinamento con gli enti locali (tanti i comuni della regione gemellati con paesi bosniaci) per inviare aiuti, vestiti, attrezzature per il riparo e il ristoro”.

Matteo Montevecchi (Lega), ringraziando Amico per il tema sollevato e annunciando l’astensione, ha scandito come questa situazione “meriti una risposta urgente. Bene la richiesta di una soluzione. La Ue deve fare, però, la sua parte. Non si può e non si deve riversare sull’Italia l’accoglienza e la colpa dei respingimenti. Si è parlato di revisione delle norme sull’immigrazione, un punto che per la maggioranza può significare una cosa e per l’opposizione un’altra”.

Secondo Stefania Bondavalli (Bonaccini presidente) “siamo di fronte a una situazione disumana e non si può stare a guardare. L’esercito bosniaco dopo le pressioni della Ue ha creato una tendopoli, ma non basta. Bisogna guardare prima alle persone. Le Ong possano fornire assistenza e si diano informazioni ai comuni emiliano-romagnoli gemellati con i comuni bosniaci, perché le nostre comunità non sentano il problema come secondario”.

Anche per Francesca Maletti (Pd) occorre soccorrere subito “i profughi con abiti, cibo e attrezzature per resistere al freddo, grazie anche ai gemellaggi di tanti comuni della nostra regione con paesi bosniaci. Si deve, però, fare di più, predisponendo luoghi accoglienti, con acqua, luce e gas. E vanno anche aiutati i comuni più poveri della Bosnia, che oggi respingono i migranti. Purtroppo la rotta balcanica è caduta nell’oblio, anche se oggi l’attenzione sta tornando. Serve una presa di coscienza degli Stati europei”.

Marco Mastacchi (Rete civica), infine, condividendo la risoluzione, ha affermato “che la Ue si deve concentrare anche sulle rotte di terra, mettendole in parallelo con le rotte del sud. L’Europa si faccia carico della politica di immigrazione e non lasci soli i Paesi di confine tra cui l’Italia”.

 

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