Parità, diritti e partecipazione

MINORI. 14ENNE COSTRETTA A PROSTITUIRSI, ALTRI 9 CASI DI ABUSI SESSUALI INTRA-FAMILIARI. GARANTE REGIONALE: “CAPIRE LE CAUSE, PROTEGGERE LORO ANONIMATO”

MINORI. 14ENNE COSTRETTA A PROSTITUIRSI, ALTRI 9 CASI DI ABUSI SESSUALI INTRA-FAMILIARI. GARANTE REGIONALE: “CAPIRE LE CAUSE, PROTEGGERE LORO ANONIMATO”

Poche settimane fa, leggendo sui giornali della quattordicenne reggiana che sarebbe stata costretta a prostituirsi dalla madre, aveva ipotizzato uno “scenario inquietante” qualora fossero arrivate conferme. La vicenda aveva infatti spinto il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Luigi Fadiga, ad attivarsi d’ufficio, chiedendo urgentemente informazioni ai servizi territoriali della Val d’Enza e ogni altra, consentita, agli organi inquirenti. I dati sono arrivati, e dicono che oltre a quello della ragazzina quattordicenne, altri nove casi di abusi sessuali intra-familiari su minori sono stati oggetto di “doverosa e tempestiva” segnalazione all’Autorità giudiziaria da parte del medesimo Servizio sociale territoriale, e in tutti sono state decise misure di protezione sempre dall’Autorità giudiziaria.

Dieci casi, dunque, dieci fascicoli aperti dagli inquirenti e dieci situazioni di non facile gestione per i servizi sociali. Casi nati in un contesto sociale ed economico difficile, dove i rapporti familiari paiono sfilacciarsi, anche di fronte a precarietà e instabilità. Detto che spetta agli organi inquirenti accertare le responsabilità penali, è sul contesto in cui tali situazioni sono sorte che ora ci si deve concentrare: “Bisogna comprenderne le cause- afferma Fadiga-, nei limiti delle attribuzioni affidate all’Ufficio del Garante, continuerò a seguire con la massima attenzione il fenomeno considerato nella sua globalità, riservandomi di sollecitare interventi di pari livello diretti, lo ripeto, a capire le motivazioni di quanto sta succedendo”. E forse qualcosa si può già fare, se non altro per permettere una gestione efficace della situazione: “È stata rilevata la carenza sul territorio delle équipe specialistiche di secondo livello previste all’articolo 18 della legge regionale numero 14 del 28 luglio 2008- sottolinea il Garante- e su questo mi riservo di effettuare le segnalazioni e le raccomandazioni del caso agli organi regionali e locali competenti”.

Nel frattempo, non bisogna mai dimenticare che si è di fronte a vittime che sono bambini o appena adolescenti: “Sono preoccupato per le frequenti violazioni dell’articolo 16 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo nonché delle norme della Carta di Treviso poste in essere da organi di stampa che pubblicano articoli dai quali è possibile identificare le vittime- denuncia Fadiga- e anche informazioni riservate, come i diari di una delle ragazze coinvolte. Mi riservo di segnalare il fatto agli Ordini professionali, sollecitando l’intervento anche a livello disciplinare ove ne ricorrano i presupposti”. Inoltre, “chiederò al Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, di controllare se vi siano analoghe violazioni da parte delle emittenti televisive locali. Ribadisco la raccomandazione a tutti gli organi inquirenti, all’avvocatura ed alle Forze dell’ordine incaricate delle indagini, di proteggere al massimo l’anonimato e la non riconoscibilità delle vittime minorenni”, chiude il Garante regionale dei minori.

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