Sanità e welfare

La deputata M5s Ascari in commissione Minori illustra la riforma degli affidi: “Allontanare il violento dalla famiglia d’origine, non il bambino”

La vicepresidente Sensoli: Essenziale coordinare Regione e livello nazionale per affrontare falle sistema; presidente Boschini sollecita Osservatorio nazionale. Mori (Pd) si concentra su violenze psicologiche; Prodi (Misto) contesta collegamento con “Veleno”. Da Galli (Fi) addio polemico ai lavori

Stefania Ascari (M5s)

“Un minore ha fame di famiglia, di sicurezza e quindi va garantita la massima tutela: questo è lo scopo prioritario che io volevo dare a questa legge”. Sono le parole di Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 stelle, componente della commissione Giustizia, audita oggi in Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori.

La proposta di testo normativo, che vede Ascari come prima firmataria, è stata depositata a Montecitorio il 31 luglio. L’esame in commissione Giustizia è iniziato il 17 settembre e a breve si saprà la data in cui partiranno le audizioni. “È stato uno dei primi atti del Conte-bis vista l’importanza dell’argomento”, ha sottolineato la parlamentare di Correggio in apertura dei lavori: “Siamo comunque- ha continuato- in una fase preliminare. Al progetto di legge è stato abbinato un secondo pdl, sempre a mia firma, che chiede l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli allontanamenti dei minori dalle famiglie e sugli affidamenti a comunità con particolare riferimento ai casi avvenuti in provincia di Modena tra il 1997 e 1998”.

Il progetto di legge interviene sulla responsabilità genitoriale definita dal Codice civile e sulla collocazione extra familiare dei minori, con l’obiettivo di limitare il più possibile l’allontanamento dei minori dalla propria famiglia di origine. La riforma interviene anche sulla legge 184 del 1983 per modificare la disciplina dell’affidamento e della revoca dello stato di adottabilità.

“Un lavoro concertato tra Regione e livello nazionale è essenziale- ha detto la vicepresidente della Commissione Raffaella Sensoli- perché le competenze sono diverse e quindi un’integrazione è fondamentale se si vuole mettere mano alle falle del sistema”. Considerazione fatta prima di chiedere alla deputata di spiegare i principi che hanno ispirato il progetto di legge soprattutto per quanto riguarda “l’articolo 403 del codice civile (allontanamento coatto, ndr)” e “l’elemento disturbatore all’interno di una famiglia”. Sollecitazioni a cui Ascari ha replicato: “Il processo minorile non può basarsi su una mera valutazione della personalità dei genitori ma su un fatto. Fatto, evento, nesso di casualità: quindi un principio è quello del recupero del fatto che diventa presupposto dell’intervento sul minore. Altri aspetti sono: il controllo sull’attività degli operatori, anche a sorpresa e i controlli contabili sulle spese di gestione. Il minore non deve essere visto come mero destinatario di un provvedimento ma deve essere al centro e quindi deve essere soggetto attivo. Il giudice quindi non può delegare il suo ascolto”. E sull’articolo 403 ha aggiunto: “Verrà abrogato e sostituito con criteri di gradualità: il giudice deve prima adottare un provvedimento che salvaguardi l’unità famigliare. Se questo non è possibile e all’interno della famiglia c’è un elemento violento, lo si allontana. Se anche questo non fosse possibile si guarda all’interno della famiglia fino al quarto grado di parentela. Se anche questo non fosse possibile si passa all’affidamento a una famiglia”. Sul piano della prevenzione verrà proposta una “‘stampella’, cioè un operatore formato che aiuti la famiglia a superare le difficoltà”.

E proprio sul superamento degli allontanamenti coatti è stato il presidente della Commissione, Giuseppe Boschini, a chiedere come nella legge vengano bilanciate “la tutela del minore, in casi anche di urgenza, con la salvaguardia dell’integrità famigliare, dell’esigenza del contraddittorio, del giusto processo e della costruzione della prova”. Il presidente ha anche chiesto conto di “temi di riscontro nazionale” come l’osservatorio nazionale “che permetta il confronto di dati fra diversi territori”.

Roberta Mori del Partito democratico ha invece puntato l’attenzione sul “nesso di casualità” ricordando che se ci si concentra troppo sul “fatto” si rischia di lasciare scoperte situazioni in cui le violenze sono psicologiche: “Così sembra che si voglia dare più valore alla probatorietà del danno piuttosto che al danno in sé”. E sull’impostazione della legge per quanto riguarda la riforma dei tribunali dei minori, valutata dall’allora ministro Orlando, la consigliera ha aggiunto: “La sensazione che si ha leggendo il testo normativo è che si ricominci sempre da capo”.

Silvia Prodi del Gruppo misto ha voluto concentrarsi sulla tutela del minore: “Con l’abrogazione dell’articolo 403 (allontanamento coatto, ndr) viene a mancare una misura che lo tuteli nel momento di reale rischio. Chi difende il minore? Sono confortanti le sue parole– si è rivolta Prodi ad Ascari- quando dice che c’è l’intenzione a recepire delle modifiche”. Prodi non è convinta del riferimento a Veleno nelle premesse della legge (“un’inchiesta giornalistica per me molto di parte”) e critica il meccanismo di finanziamento delle comunità di famiglie affidatarie. “Si va a perdere l’aspetto qualificante della formazione e della qualità”. Infine Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle ha messo in evidenza “l’essenzialità della formazione”.

La seduta si era aperta con il consigliere di Forza Italia Andrea Galli che, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha dichiarato che la propria forza politica “non parteciperà più ai lavori della commissione” dopo la conferenza stampa della scorsa settimana dell’Ufficio di presidenza della commissione. Galli ha consegnato secchiello e paletta all’Ufficio di presidenza della commissione: “Volete insabbiare tutto”.

(Andrea Perini)

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