In 10 anni, tra il 2014 e il 2024, in Emilia-Romagna la popolazione 0-10 anni è calata di oltre 76 mila unità a causa del declino delle nascite che si è osservato a partire dal 2010. Al contrario, la popolazione degli adolescenti 14-17 anni è cresciuta come effetto dell’incremento delle nascite che ha caratterizzato il primo decennio degli anni 2000.
Il calo delle nascita però non è il solo problema della gioventù emiliano-romagnola: tra il 2010 e il 2023, infatti, si registra un aumento dei ricoveri per patologia psichiatrica, mentre il picco maggiore del ritiro sociale in adolescenza è rilevato nella fascia 15-16 anni, ma con un inizio significativo a partire dai 12 anni, quindi con un abbassamento dell’età di insorgenza. Cala anche il numero di minori stranieri soli accolti in Emilia-Romagna, che passano a 1.447 a fine 2024, rispetto ai 1.922 dell’anno precedente, in netta prevalenza ucraini. Sono alcuni dei punti trattati dalla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Claudia Giudici, durante l’informativa in Commissione Diritti-Cultura, presieduta da Elena Carletti.
“Si riscontra un raddoppio dei ricoveri ospedalieri nei reparti di neuropsichiatria infantile e si evidenza un aumento per depressione, ansia e disturbi psicotici e alcuni di questi disturbi portano ai NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non ricevono un’istruzione) – spiega la Garante -; inoltre, c’è stato un ulteriore trend di crescita dei Disturbi del comportamento alimentare dopo il periodo Covid. La percentuale di povertà relativa in Emilia-Romagna è inferiore rispetto alla media nazionale, ma in aumento di 5,5 punti se prendiamo il dato dei rapporti precedenti, quindi in peggioramento. C’è stato un cambiamento nella distribuzione dei minori stranieri accolti: a Modena e Bologna è la presenza più importante; Ravenna che non era quasi presente è diventata la terza. Nonostante la flessione nel numero restano le difficoltà nel processo di integrazione a realizzarsi compiutamente. Infine, ricordo che abbiamo insediato una nuova Assemblea dei ragazzi e delle ragazze per migliorare gli spazi quotidiani dei giovani, con la possibilità di proporre idee e proposte concrete”.
L’informativa ha generato alcune domande da parte dei rappresentanti delle forze politiche presenti in commissione.
Niccolò Bosi (Pd): “Rispetto ai dati che riportava legati all’ansia e alla depressione volevo capire se c’è una correlazione inversa con la pratica sportiva e se avviene maggiormente negli studenti stranieri perché si sentono esclusi”.
Francesco Sassone (FdI): “Come mai le arrivano segnalazioni da parte delle famiglie? Di base il servizio sociale dovrebbe essere il primo soggetto a cui viene fatta una segnalazione”.
Simona Larghetti (Avs): “Qualche giorno fa il Comune di Bologna ha aderito al progetto Città dei Bambini. Mi auguro che anche la Regione vada nella stessa direzione. In che modo verrà attuato l’istituto di partecipazione dei minori? Si intende una partecipazione come esperienza formativa o di partecipare a un processo deliberativo.”
La Garante regionale, Claudia Giudici, ha risposto che “rispetto ad ansia e depressione non ci sono studi che dimostrino una correlazione netta, ma altri dati indicano l’attività sportiva come positiva, mentre le disuguaglianze sociali possono esacerbare situazioni di significativa difficoltà. Alla garante arrivano le segnalazioni quando i segnalanti ritengono di aver avuto una non risposta. Il tema della partecipazione è un terreno molto scivoloso, si può rischiare la demagogia; è una bella sfida creare condizioni in cui l’ascolto sia reale e non orientato alla conferma di quello che gli adulti stanno realizzando. L’aspetto della deliberazione è interessante e nella nuova Assemblea dei ragazzi e delle ragazze ce lo siamo dati come elemento di confronto”.
(Giorgia Tisselli)