Stop a ogni forma di discriminazione: di genere, di religione, di origine.
Il messaggio è arrivato dalla riunione dell’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze dell’Emilia-Romagna, la realtà composta da 50 giovani di età compresa tra gli 11 e i 17 anni che affianca l’attività della Garante dell’infanzia e dell’adolescenza. I lavori della riunione dell’Assemblea si sono incentrati sull’impegno contro ogni forma di discriminazione.
“Sento l’esigenza come Garante di avere un confronto con voi sul tema delle discriminazioni”, spiega la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Claudia Giudici, che nel presiedere l’Assemblea ha sottolineato l’importanza di creare spazi di ascolto per conoscere i pensieri e le proposte delle nuove generazioni. Per Giudici i giovani presenti hanno colto pienamente lo spirito dell’Assemblea. “Mi interessa sapere cosa pensate, cosa proponete” ha aggiunto la Garante rivolgendosi ai ragazzi. Giudici sottolinea che “è importante prevedere momenti di confronto come questi in cui ognuno può riconoscersi e esprimersi: ricevo tante segnalazioni di casi di discriminazioni, trovo giusto far sì che le ragazze e i ragazzi possano avere spazi in cui essere se stessi e collaborare”.
A iniziare il dibattito sono state le voci degli stessi giovani partecipanti, che hanno descritto i motivi che li hanno spinti a partecipare all’Assemblea. Vorrebbero “Migliorare il posto in cui viviamo”, “Che gli adulti ci ascoltassero”, “Arginare la dispersione scolastica e avvicinare i giovani alla politica”, “Dare voce a chi voce non ha”.
Per dare corpo ai loro pensieri, i componenti dell’Assemblea hanno successivamente iniziato un lavoro di gruppo al fine di elaborare un documento di raccomandazioni che la garante presenterà all’Assemblea legislativa. Servirà a orientare le politiche rivolte agli adolescenti.
Irene Sorrentino e Giulia Bertone, operatrici della cooperativa che collabora a queste iniziative, hanno presentato ai ragazzi e alle ragazze l’attività. Con la tecnica dell’albero del cambiamento i ragazzi hanno fatto un’analisi partita dalle radici, che rappresentavano ciò che porta alle discriminazioni. In seguito hanno ragionato del tronco, ovvero delle situazioni viste in prima persona o che li hanno direttamente interessati, per capire cosa funziona e cosa no. Infine, le foglie hanno rappresentato il documento da elaborare, la parte più propositiva del progetto.
Le operatrici hanno letto una serie di frasi, chiedendo di fare un passo in avanti se si riconoscevano vittime dell’atto discriminatorio menzionato. A quel punto ragazze e ragazzi si sono messi in gioco raccontandosi e percorrendo un ventaglio di discriminazioni.
Le denunce dei giovani partecipanti
“Ho un disturbo specifico dell’apprendimento (dsa) e mi discriminavano perché pensavano che fossi meno intelligente”, spiega un giovane, mentre una coetanea ricorda di essere stata “discriminata più volte per il solo fatta di essere donna. Durante le competizioni sportive mi dicevano: ‘Vai in cucina!'”. “Ho subito bullismo perché sono una persona introversa e mi piace studiare”, le fa eco un ragazzo. “Mi è capitato di essere bullizzato per il mio orientamento sessuale, sia dai coetanei che dagli adulti” è il racconto di un altro componente dell’Assemblea.
Altri racconti: “Appena arrivato in Italia avevo difficoltà con la lingua e mi prendevano in giro perché non capivo”. “Per me le etichette non dovrebbero esistere: sono disabile ma so dialogare ed è solo un pregiudizio pensare che io non sia in grado di farlo”.
La seconda parte dell’attività è stata focalizzata sulle cause che hanno portato a quel tipo di discriminazione. Le risposte? Conformismo sui social con linguaggio d’odio, stereotipi di pensiero, bullismo di massa, mancanza di empatia e adulti che danno il cattivo esempio.
La scuola è stata indicata come il luogo centrale per l’insorgere delle discriminazioni ma anche quello più adatto a prevenirle e contrastarle.
Prossimamente verranno fatti altri tre incontri di lavoro in cui si ragionerà sulle proposte.
(Giorgia Tisselli)
In allegato alcune immagini dell’Assemblea delle ragazze e dei ragazzi



