Parità, diritti e partecipazione

Infanzia e disagio giovanile: le misure dell’UE

Le commissioni Cultura e Parità nell’ambito della Sessione europea hanno rivolto l’attenzione alla “European Child guarantee”, il sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili

Misure per l’infanzia, politiche giovanili e assistenza al disagio, diritto all’educazione e formazione, parità di genere. Sono i focus su cui si è concentrato il lavoro delle commissioni Cultura, presieduta da Francesca Marchetti e Parità, presieduta da Federico Alessandro Amico, riunite in seduta congiunta nell’ambito della Sessione europea. In particolare, analizzando il programma di lavoro della Commissione Europea per il 2023, l’attenzione è stata rivolta alla “European Child guarantee”, il sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili.

Per la presidente Marchetti le misure rivolte all’infanzia “sono importanti per contrastare le disuguaglianze e favorire l’accesso al sistema educativo. Il lavoro fatto dall’Emilia-Romagna su queste tematiche ha un contributo da dare”. Il presidente Amico ha ricordato che “al termine della Sessione verrà redatto un atto utile per costruire la posizione italiana sul tema della violenza di genere”.

L’assessore al Welfare Igor Taruffi ha spiegato: “Abbiamo già avviato un percorso, discusso in commissione, sullo stato degli adolescenti nella nostra regione e sulle iniziative assunte in collaborazione con l’università di Bologna. Stiamo investendo molto sulla formazione e sull’inclusione”.

La relatrice di maggioranza Lia Montalti (Partito democratico) ha ricordato: “Un ruolo centrale è rivolto alla cura della prima infanzia: nel pilastro europeo dei diritti sociali, in coerenza con l’obiettivo di sviluppo sostenibile, si prevede che entro il 2030 tutti i bambini e le bambine abbiano diritto a un’educazione prescolare di qualità. In Europa 18 milioni di bambini e ragazzi, pari al 22%, è in condizioni di povertà, con il rischio di esclusione sociale. Per questo si intende mettere in campo politiche più efficaci e attente ai più fragili a partire dai temi della casa e dell’alimentazione”.

Per Stefano Bargi (Lega), relatore di minoranza: “Il nostro scopo, quando si parla di politiche europee, è capire gli impatti sul nostro territorio. Va bene tutelare chi è in difficoltà ma non bisogna perdere di vista il quadro complessivo: serve un cambio di passo per la redistribuzione della ricchezza per tamponare le realtà più critiche”.

Stefano Rimini (Unicef Italia) ha illustrato ciò che sta facendo Unicef col governo italiano nell’ambito del progetto “Child guarantee”: “Sono tre i punti che l’Europa ha chiesto agli Stati membri e  che l’Italia si è impegnata ad attuare: la stesura di un Piano nazionale per la garanzia infanzia, approvato a settembre 2022, la nomina di un coordinatore, ruolo affidato alla senatrice Anna Maria Serafini, garantire risorse per l’infanzia pari al 5% del Fondo sociale europeo plus. Affidamento familiare per minori vulnerabili, housing sociale per i caregiver, contrasto della povertà educativa, supporto alle situazioni fragili attraverso i centri per le famiglie, sono i pilastri della sperimentazione diventati parte del Piano nazionale che invita inoltre gli Stati a investire sui servizi”.

Nadia Tempesta (Lavoro e affari sociali Commissione europea) ha ribadito che “l’obiettivo del Piano per l’infanzia è prevenire e combattere l’esclusione sociale lavorando sui minori più vulnerabili attraverso la garanzia di servizi di qualità, diritto alla casa, assistenza sanitaria”.

Per Marilena Pillati (Pd): “Le ricerche presentante oggi sono molto importanti, mi complimento per il lavoro fatto e sarebbe molto interessante avere i dati specifici dell’Emilia-Romagna: ci auguriamo di avere ancora più risorse per intervenire su questi temi che sono obiettivi all’azione politica e amministrativa che questa Regione mette in campo da diverso tempo”.

“Ringrazio tutti coloro che hanno seguito i lavori di questa giornata da cui è emerso come la nostra programmazione regionale sia stata conseguente e rispettosa di quanto previsto dal piano europeo”, ha spiegato il presidente Amico. Soddisfatta per il lavoro delle commissioni anche la presidente Marchetti per la quale “è importante ribadire come anche questo piano riconosce alla Regione Emilia-Romagna un ruolo importante, confermando come si sia lavorato molto, ora serve un nuovo patto educativo con le agenzie educative della regione”.

(Lucia Paci)

 

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