Quali sono le ragioni del ritardo della Regione Emilia-Romagna nell’applicazione di due distinte normative tendenti a diffondere un’infrastruttura di ricarica per la mobilità elettrica. Lo chiedono con un’interpellanza a risposta orale in aula i consiglieri del Movimento 5 stelle Andrea Bertani (primo firmatario), Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi.
I consiglieri spiegano che il decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257, che recepisce la direttiva UE 2014/94, prevede che i comuni attuino misure volte alla realizzazione di punti di ricarica per la mobilità elettrica entro il 31 dicembre 2017. Il decreto riguarda gli edifici di nuova costruzione: sia non residenziali con superficie superiore ai 500 metri quadrati sia residenziali con almeno 10 unità abitative (compresi per entrambi i casi i relativi interventi di ristrutturazione edilizia di primo livello). Più precisamente la normativa prevede che siano presenti ricariche per mezzi elettrici in ogni spazio parcheggio o box per auto e, relativamente agli edifici residenziali, almeno il 20% degli spazi auto deve essere coperto da ricarica elettrica. Inoltre, continuano i consiglieri, nell’articolo 18 del decreto è previsto che le Regioni, nel caso di autorizzazione di nuovi impianti di distribuzione carburanti o di ristrutturazione totale di quelli esistenti, debbano favorire l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica di potenza elevata.
“Dalle notizie riportate dalla stampa solo poche amministrazioni comunali avrebbero recepito la novità riguardante l’aggiornamento dei Regolamenti edilizi comunali e non risultano iniziative della Giunta volte all’ammodernamento della rete distributiva dei carburanti”, affermano i consiglieri pentastellati; i quali ricordano che già il decreto legge 22 giugno 2012 aveva indicato il 1 giugno 2014 come termine entro cui i comuni avrebbero dovuto inserire nei regolamenti edilizi la norma sulle colonnine di ricarica.
Vista la scadenza del 31 dicembre 2017, i consiglieri interrogano quindi l’esecutivo per sapere come la Regione intenda recuperare il ritardo accumulato nell’adempimento delle normative.
(Riccardo Querciagrossa)