Presentata oggi in Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta da Stefano Caliandro, la clausola valutativa riguardante gli interventi per la promozione e lo sviluppo del sistema regionale della ciclabilità. Il quadro che emerge dal report del responsabile è quello di una Regione in marcia verso la conversione alla ciclomobilità e alla mobilità sostenibile, un percorso sostenuto da ingenti investimenti in piste ciclabili e agevolazioni sull’acquisto e utilizzo di velocipedi. Nonostante, come rilevato anche da Europa Verde, la pandemia abbia limitato in parte l’efficacia di questi provvedimenti: la paura del contagio ha infatti disincentivato l’uso dei mezzi pubblici a favore quello delle autovetture personali, mentre il lockdown ha “messo un freno” a tutti i tipi di circolazione compresi quelli a due ruote non a motore. Tuttavia il percorso è ancora in itinere, come spiega un tecnico della Regione ripercorrendo la storia: “La legge quadro sugli interventi per lo sviluppo regionale della ciclabilità è nato a fine maggio 2017 e si propone di mettere ordine, in un settore che ha spesso normative sparpagliate fra più soggetti competenti, e promuovere il sistema della ciclabilità come elemento strutturale all’interno della mobilità regionale”. L’asso nella manica dell’Emilia-Romagna è quello stesso “tallone d’Achille” che rende difficile l’applicazione delle soglie antismog: la natura pianeggiante e priva di rilievi considerevoli della maggior parte dell’area. “Ricordiamoci- sottolinea infatti il tecnico regionale- che abbiamo un territorio in cui la crescita urbanistica non ha preso certe storture come in altre parti d’Italia, e la maggior parte dell’area abitata è pianeggiante”. Attualmente “il sistema della ciclabilità in regione contiene al suo interno anche tre progetti, in corso, di grandi ciclovie nazionali: la Vento, una direttrice Torino-Venezia che passa tra Piacenza e Cremona, città per le quali sono stati stanziati un milione a testa, la Ciclovia del Sole (per cui sono stati stanziati 7 milioni) che circumnaviga il Garda passando, fra gli altri comuni, per Reggio Emilia e virando poi a Sud, e l’Adriatica che partendo dalle Marche transita poi, nella nostra regione, nella provincia di Ferrara”. Si tratta di un processo che, una volta concluso, conterà 1.500 chilometri di piste o percorsi ciclabili e per il quale sono stati stanziati nel 2015/2016 alle città con più di cinquantamila abitanti 8 milioni di euro di fondi europei. Inoltre la Regione Emilia-Romagna ha provveduto alla creazione di bandi appositi per i comuni e gli enti locali, come quello da 9 milioni destinati ai comuni per la ciclabilità (87 proposte, finanziate 33), che hanno dato vita secondo il responsabile alla Mobilità sostenibile a 27 milioni di investimento sul territorio. “Abbiamo valorizzato la realizzazione di tratti d’unione tra due ciclabili diverse e altri parametri che riuscissero a portarci avanti nell’ottica dell’integrazione della mobilità, unendo così in una rete ciclabile più comuni. Un milione- si legge ancora nella relazione sempre in riferimento al trasporto misto bici-treno- è stato destinato alla realizzazione di parcheggi per le biciclette presso le stazioni ferroviare. Sono stati finanziati 9 progetti in questa direzione. Il binomio bicicletta-treno è particolarmente importante per creare una mobilità sostenibile e integrata”. In questo senso bisogna continuare a investire nella sicurezza di questi parcheggi (il furto è infatti un forte deterrente per l’uso della bicicletta) e in incentivi, che sono stati già previsti, per chi usa bici e treno per recarsi a lavoro. “Era stato già previsto un contributo 100 euro, ora diventato 300 euro, per chi usa treno e bicicletta. I prossimi acquisti di nuovi treni di ultima generazione, con 18 posti bicicletta e pianale ribassato, consentiranno di ospitare più velocipedi a bordo”. Proprio per incentivare gli spostamenti virtuosi sono stati stanziati 1,5 milioni di euro per accordi tra comuni e aziende per realizzare il cosiddetto sistema “bike to work”, incentivando così la ciclabilità dal lunedì al venerdì e non solo la domenica e festivi (fino a 50 euro al mese per chi utilizza questo mezzo per recarsi sul luogo di lavoro). Altro dato positivo, la sicurezza stradale: l’indice degli incidenti che coinvolgono i ciclisti indica che questo fenomeno è in calo. I partiti si sono detti soddisfatti complessivamente dei progetti per la regione ma numerose cretiche e appunti si sono sollevati da entrambi gli schieramenti, soprattutto per quanto riguarda gli effetti concreti di queste misure nell’immediato e la sicurezza stradale. Dalla Lega Andrea Liverani solleva alcune critiche: “Siamo lieti che abbiate finalmente accolto gli appelli della Lega, ma ci sono alcune criticità. Ad esempio: per il triennio 2020/2022 scrivete che sono stati finanziati 156 progetti, ma quanti di questi sono stati portati a termine? Servono ulteriori fondi? Scrivete inoltre che sono stati previsti interventi per 40 milioni sulla mobilità ciclistica. Ma non è chiaro quando saranno previsti, come è declinato l’impegno nelle varie annualità del bilancio, tenendo conto che non bisogna investire soltanto nell’estensione dei percorsi, ma anche nella loro sicurezza, competenza dei Comuni. Questo perché i Comuni non abbiano difficoltà a gestire la manutenzione per mancanza di fondi”. Silvia Zamboni di Europa Verde sottolinea l’importanza della mobilità sostenibile nell’abbattimento dei livelli di inquinamento dell’aria: “I dati di Arpae sono preoccupanti: le emissioni di gas inquinanti non diminuiscono ma addirittura aumentano, i livelli di pm10 sono in salita e soltanto i giorni scorsi siamo stati oggetto come Stato di una procedura di infrazione dell’Unione europea a riguardo. Si verificano decine di migliaia di decessi prematuri ogni anno nel bacino padano”. Per questo la consigliera auspica maggiori investimenti sulla sicurezza e sulle piste ciclabili di media lunghezza. “Aumentare, incentivandone l’uso con politiche di sensibilizzazione mirate, il numero di persone che circolano in bici, essendo esse più visibili rispetto ai pedoni, ne aumenta la sicurezza; incentivare la sicurezza sulle strade innesca così un processo virtuoso che incentiva l’uso della bici e aumenta al tempo stesso la sicurezza di chi la conduce. Per favorire l’incremento dell’uso della bici non c’è stata quella messa in campo di misure in favore della mobilità ciclistica inemergenza, come invece è avvenuto a Parigi”. La capogruppo conclude dicendo: “Bisognerebbe puntare non solo nella rendicontazione ma anche negli interventi nei tratti di media lunghezza che connettono tra loro i comuni. Studiare quindi anche una modalità di raccordo di questa rete che riguarda le piste di media lunghezza”. Marco Fabbri (Pd) sottolinea come importanti investimenti debbano essere messi in campo anche nell’informazione dei cittadini, visto che, come sottolinea, l’uso della bici è anche un problema “culturale”. “In questa nuova realtà pandemica è importante ripensare la mobilità, lo stiamo già facendo con il Patto per il lavoro e per i clima. I fondi da soli non sono mai sufficienti, è vero che sono stati investiti oltre 470 milioni negli ultimi vent’anni, ma quello che dobbiamo cambiare è soprattutto il nostro modello di mobilità che passa in particolare da un nuovo approccio culturale”. Per questo nonostante sia concorde che “sicuramente uno dei modi per raggiungere questi obbiettivi è mettere mano alle misure tariffarie come il trasporto pubblico gratuito under 19, da incentivare non solo nelle grandi metropoli, anche sulla mobilità condivisa bisogna fare di più, cercando di svilupparlo anche nelle zone periferiche della nostra regione”. E conclude sullo stato di avanzamento in particolare dei lavori sulle tre ciclovie: “Auspico che queste tre ciclovie nazionali possano essere completate quanto prima, visto che siamo fermi a uno studio preliminare. Usiamo le opportunità, sia di investimenti che culturali, risultanti dalla pandemia per fare un altro passo avanti che non riguarda solo i chilometri, ma anche l’educazione e la sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole e in generale dei ragazzi. Abbiamo davvero la possibilità di fare questa svolta”. Difende invece l’operato della Giunta la consigliera Palma Costi (Pd), auspicando uno sforzo per un investimento straordinario sul tema del trasporto pubblico e dei trasporti alternativi, anche tramite il patto con le altre regioni del bacino padano. Questo piano strategico potrebbe essere davvero appoggiato dal governo, visto che è stato inserito nel Recovery Plan. Ricordo inoltre che alla risoluzione riguardante il patto tra le regioni per la riduzione dell’inquinamento ha visto l’astensione della Lega, forse la proposta meritava sostegno visto che tra l’altro delle quattro regioni 3 sono a guida centro-destra”. ”