Il groviglio burocratico e normativo; l’incertezza sulla tempistica dei risarcimenti e il loro effettivo ammontare e sull’esenzione dagli obblighi fiscali statali e locali; la concessione di una fiscalità di vantaggio unita all’introduzione di una zona franca nelle aree colpite dagli eventi sismici del 2012 e dall’alluvione del 2014. Sono gli argomenti al centro della risoluzione presentata all’Assemblea legislativa dai consiglieri Stefano Bargi, Alan Fabbri e Marco Pettazzoni (Lega nord).
“A un anno dall’alluvione nel modenese– spiegano nel documento– non si hanno certezze riguardo risarcimenti, manutenzione del Secchia, riduzione del rischio idrogeologico, esenzioni fiscali. Delle 2.550 domande di risarcimento danni, solo 400 sarebbero state liquidate, nessuna a favore di imprese”. Ancor “più grave la situazione dei cittadini e delle imprese nelle zone del modenese e del cratere del sisma. I moduli urbani occupati sono ben 485 e vi abitano ancora circa 1.500 persone. Delle 2.800 imprese in lista per i risarcimenti, meno del 10% avrebbe ottenuto la liquidazione totale a saldo e dei 6 miliardi e 670 milioni di euro complessivamente stanziati per le imprese, solo 204 milioni sarebbero stati liquidati”.
I consiglieri fanno un lungo elenco di problemi, che vanno dal cambiamento continuo delle norme, “con frequente sovrapposizione e difformità nell’interpretazione”, al “mancato rispetto dei tempi di valutazione delle richieste di ricostruzione e di erogazione dei relativi contributi”; dalla “mancata applicazione di esenzioni fiscali o, in altri casi, di troppo breve rinvio di scadenza”, alla “mancata concessione di una no tax area o di una zona franca urbana o di una fiscalità di vantaggio”. E “mentre sindaci e imprenditori delle zone terremotate sono in attesa di risposta dal Governo alla richiesta di posticipare a fine giugno 2016 il pagamento della prima rata di restituzione dei prestiti ricevuti e di dilazionare di almeno cinque anni la restituzione dell’intero finanziamento inerente il pagamento di imposte e contributi sospesi, per il terremoto dell’Aquila- affermano Bargi, Fabbri, Pettazzoni- le imposte sono state dilazionate in dieci anni e ridotte del 40% e la legge di stabilità del 2014 ha stanziato 30 milioni di euro annui dal 2015 al 2017 per il terremoto del Belice del 1968”.
Gli esponenti Ln chiedono pertanto alla Giunta “un impegno risoluto al fine di ridurre tempestivamente il carico burocratico per le richieste di contributo e risarcimento, di concedere le dilazioni richieste dalle imprese danneggiate dal terremoto e dall’alluvione e di prevedere la riduzione delle tasse in linea con quanto avvenuto dopo il terremoto dell’Aquila”. Infine, sollecitiamo l’esecutivo regionale “a fare pressione sul Governo affinché venga concessa la tanto annunciata fiscalità di vantaggio sia per le imprese costrette a delocalizzare dopo il sisma e l’alluvione che intendono reinsediarsi sia per le nuove attività produttive che vogliono aprire, oltre a battersi per l’introduzione di una zona franca urbana nelle aree colpite dal sisma e dagli eventi alluvionali del 2014″.