Rilanciare la montagna e le aree interne attraverso una revisione degli assetti istituzionali, con il rafforzamento dei processi aggregativi e fusione ed una ridefinizione del ruolo di Province e Unioni.
E’ questa la principale sollecitazione della risoluzione del Gruppo Pd a prima firma Marco Fabbri per il rilancio della montagna e delle aree interne.
Nell’atto di indirizzo politico presentato, Fabbri ricorda come “queste aree rappresentano più del 40 per cento del territorio regionale con una popolazione complessiva che supera il mezzo milione di persone, con un alto indice di vecchiaia e che risentono di un continuo calo demografico. Per questi motivi, quindi, necessitano di un approccio che collochi questi territori come risorse indispensabili per lo sviluppo sostenibile ed equo per tutta la Regione”.
Allo scopo di essere aderenti al programma di mandato approvato che si concentra sul recupero degli squilibri territoriali, i consiglieri Pd ritengono necessarie politiche e azioni volte ad aumentare i livelli di popolazione attuale per attivare una nuova economia e gestione del territorio, rafforzando contemporaneamente “l’interazione dei nuovi cittadini promuovendo misure di integrazione e buone pratiche indirizzate all’intera società”.
Per fare ciò, Marco Fabbri, Palma Costi, Marcella Zappaterra, Andrea Costa, Stefano Caliandro, Roberta Mori, Manuela Rontini, Nadia Rossi, Matteo Daffadà, Massimo Iotti, Lia Montalti, Katia Tarasconi, Marilena Pillati, Massimo Bulbi e Francesca Maletti chiedono alla Giunta regionale di voler sollecitare lo Stato per “la revisione della metodologia per la determinazione dei fabbisogni degli Enti Locali nell’ambito del processo avviato nella passata legislatura legata all’attuazione del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione” e a proporre una serie di correttivi perequativi sul federalismo fiscale “che tengano in adeguata considerazione le aree montane e interne introducendo criteri volti a valorizzare tali contesti fragili” anche attraverso “i meccanismi perequativi nei confronti delle forme associative dei Comuni”.
(Luca Boccaletti)