Ambiente e territorio

MONTAGNA. SÌ DALL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA A RISOLUZIONI SEL E PD PER RIDURRE IRAP A IMPRESE IN APPENNINO E SENZA AGGRAVI BUROCRATICI. RESPINTE LE RISOLUZIONI LEGA NORD E M5S

Tra le richieste anche quella di “avviare lo studio di fattibilità di misure di sgravio fiscale per le attività produttive in Appennino”. L’Aula ha discusso anche su altre due atti di indirizzo firmati uno da tutti i consiglieri Ln e l’altro da Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi (M5s)

A sostegno dell’economia della montagna emiliano-romagnola l’Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza due risoluzioni, presentate rispettivamente da Sel e dal Pd, che chiedono di avviare uno studio di fattibilità per valutare forme di riduzione dell’Irap per le attività produttive insediate sul territorio montano compresi gli esercizi commerciali nei quali si svolgano anche servizi di interesse per la collettività, ad esempio la riscossione delle bollette. Il tutto con minimo impatto di burocrazia e all’insegna della semplificazione. Sempre in tema di aiuti per la montagna L’Assemblea legislativa ha respinto due risoluzioni presentate rispettivamente da

Il primo documento a firma di Yuri Torri e Igor Taruffi (Sel) impegna in particolare  la Giunta a introdurre forme di sgravio fiscale, come ad esempio la riduzione dell’Irap, per tutte le attività commerciali attive nei piccoli comuni montani, avviando studi di fattibilità e forme di sperimentazione. Alla Giunta, i due consiglieri chiedono, inoltre, di farsi portavoce presso il Governo affinché si possano raggiungere gli accordi necessari per rendere possibile “un regime fiscale agevolato e semplificato, affrancato dagli studi di settore per gli esercizi commerciali di montagna”.

Nel secondo atto di indirizzo approvato a maggioranza (sottoscritto da Luciana Serri – prima firmataria – e da altri 13 consiglieri del Pd) si chiede alla Giunta di “avviare uno studio di fattibilità volto a definire le possibili articolazioni dell’agevolazione Irap per il tessuto economico montano, con riferimento alle imprese insediate nel territorio montano e ai programmi di sviluppo regionali avviati. Il documento chiede poi che all’interno dello studio, vengano considerare anche agevolazioni dell’Irap dedicate agli esercizi commerciali dei territori montani, nel caso in cui si svolgano congiuntamente in un solo esercizio altri servizi di particolare interesse per la collettività, anche in convenzione con soggetti pubblici e privati. E infine si chiede di individuare una metodologia di agevolazione automatica e ad impatto burocratico minimo, al fine di perseguire la semplificazione dei rapporti tra amministrazione ed imprese.

Sempre in tema di aiuti alla montagna l’Assemblea legislativa ha respinto due risoluzioni. Una della Lega nord (a firma di Stefano Bargi e di tutti gli altri colleghi del Gruppo assembleare) che chiedeva alla Giunta regionale di concedere sgravi fiscali alle attività produttive che andranno ad insediarsi nelle zone montane e la impegnava a farsi portavoce prsso il Governo perché siano aumentati i 5 milioni di euro destinati per il prossimo triennio al Fondo nazionale per la montagna.

Nel secondo documento d’indirizzo respinto dall’Aula, a firma di Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi del M5s, oltre a chiedere l’applicazione dell’Irap “nella misura minima ammissibile e in via permanente per le attività economiche operanti in comuni montani e aree svantaggiate”, si avanzava la richiesta di includere nelle agevolazioni le imprese giovanili e femminili su tutto il territorio regionale per i primi tre anni d’imposta o cinque nel caso abbiano provveduto al recupero di aree dismesse. E ancora: di dare piena attuazione alla legge sulla montagna garantendo ai cittadini ed imprese adeguati livelli di disponibilità dei servizi pubblici essenziali e di altri servizi di utilità sociale.

Nel dibattito in Aula comune in tutti gli interventi la necessità di sostenere il territorio montano a fronte del fenomeno dello spopolamento e della chiusura di esercizi commerciali e imprese. “Chiediamo interventi non perché riteniamo che la montagna sia l’ultima riserva da salvaguardare, ma perché necessità di un modello di sviluppo di lungo periodo che tenga conto delle peculiarità del territorio e delle sue particolari esigenze- ha detto Yuri Torri (Sel).  Mentre Stefano Bargi (Lega nord) ha richiamato la necessità che venga aumentato il fondo nazionale per la montagna e che  si vada incontro alle esigenze delle imprese. Raffaella Sensoli ha denunciato il calo e il depauperamento dei servizi che sarebbe tra le cause dello spopolamento e della riduzione delle attività in Appennino. “Bisogna far sì- ha detto- che il pubblico mantenga i servizi necessari”.

Alessandro Cardinali (Pd) la risoluzione affronta un aspetto che riguarda il sostegno alla montagna, ma “non partiamo dal nulla”- ha detto ricordando, tra l’altro, gli investimenti fatti negli ultimi anni con le risorse assegnate alle imprese montane nella scorsa programmazione Por-Fesr. Nei prossimi anni dovranno essere monitorati i nuovi programmi e ci sono investimenti per 51 milioni di euro per dotare la montagna della banda larga e ultra larga. Per Igor Taruffi (Sel) è positivo che ci siano risoluzioni di più parti politiche a sostegno della montagna. Crediamo fondamentale- ha detto- che la Giunta predisponga un piano per le politiche industriali dell’Appennino serve una direzione di marcia più generale che tenga conto del tema dei servizi, delle infrastrutture, dell’occupazione e dell’agenda digitale. “Serve- ha concluso- un intervento pubblico perché da solo il libero mercato rischia di produrre desertificazione”.

(is)

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